Covid-19, nuovi studi per adattare il vaccino alle varianti: incognita sull’applicazione

Per farlo ci vorrà almeno un mese. Ma non è stata ancora provata la perdita di efficienza e sicurezza.

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L’università di Oxford e l’azienda biofarmaceutica AstraZeneca stanno lavorando per modificare l’attuale vaccino.

Gli studi degli esperti

Gli studiosi hanno riscontrato che l’efficacia sulle varianti più insidiose del virus Sars-CoV-2 come quelle inglesi, sudafricane ma soprattutto brasiliane è ridotta. Lo rivela il Daily Telegraph

Il ceppo sudafricano è proprio quello più complicato per il motivo che probabilmente potrebbe eludere dagli anticorpi monoclonali esaminati contro il Covid-19, ma non è ancora stato testato sul vaccino.

Per realizzare un prototipo ci potrebbe volere un mese, infatti non è un’operazione così complicata.

Gli esperti hanno affermato nelle interviste che individuare nuovi anticorpi monoclonali è un processo che richiede troppo tempo e che non si dovrebbero ripetere le tre fasi di sperimentazioni, per cui non è ancora stata consolidata la perdita di efficacia o sicurezza. 

 Le dichiarazioni degli studiosi e il vaccino anti Covid-19 italiano

La Repubblica riferisce che Stefania Capone, ricercatrice che ha guidato il laboratorio di immunologia dell’azienda ReiThera di Castel Romano negli ultimi tempi, dichiara:

Per i vaccini a Rna come Pfizer e Moderna l’operazione è ancora più semplice. Si tratta solo di sintetizzare il nuovo Rna della variante”.

Andrew Pollard, direttore dell’Oxford Vaccine Group, spiega in un’intervista rilasciata al British Medical Journal.  :

“Si tratta di sintetizzare un nuovo frammento di Dna nel nostro caso, di Rna in quello di Pfizer e Moderna, e inserirlo nel nuovo vaccino”

Il vaccino italiano chiamato ReiThera lo si potrà utilizzare verso giugno, ovviamente dopo tutte le dovute sperimentazioni e certificazioni.

Si differenzia dagli altri vaccini perchè si può conservare in un frigo normale alla temperatura 4 gradi ed è monodose.

Ragion per cui si ipotizza che sia una soluzione conclusiva, inoltre la ReiThera ha dichiarato che potrebbe produrre 100 milioni di dosi l’anno.

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