L’emorragia cerebrale dopo ischemia è arrivata perché Frizzi soffriva di una malattia specifica. Ecco di cosa si tratta
La morte di Fabrizio Frizzi ha sconvolto tutti gli italiani. Eppure ancora aleggia mistero circa la malattia che l’ha portato via prematuramente. Tanti colleghi e personaggi noti del mondo dello spettacolo hanno commentato con messaggi intrisi di tristezza la sua perdita improvvisa e in parte inaspettata. Il presentatore era stato colpito da un’ischemia nell’ottobre scorso, durante la registrazione di una puntata de L’Eredità. Sembrava essersi ripreso in pochi giorni. Era tornato in piena forma per tutti era il solito Fabrizio, ma lui sapeva bene che la sua malattia era tutt’altro che passata. Era in lotta contro la malattia, ma un’emorragia cerebrale l’ha sorpreso e ha interrotto il suo percorso di guarigione.
L’emorragia cerebrale è una malattia che va analizzata nei dettagli ed è importante capire quali sono le cause scatenanti per guarire. È nota anche come ICH, ed è la seconda causa più comune di ictus, con una percentuale di circa 8%-15% in occidente. Si parla di 10-25 persone ogni 100.000 un numero decisamente considerevole. Pe fortuna, la medicina ha fatto passi da giganti ci sono meno morti che in passato ma il numero è sempre considerevole. Per l’esattezza, l’emorragia cerebrale scaturisce dalla presenza di un ematoma all’interno del cervello. Al momento, esiste una terapia antipertensiva che aiuta a ridurre la crescita di questo ematoma.
A volte si riduce l’ematoma anche con gli interventi chirurgici che possono portare alla riduzione di questo problema. L’emorragia cerebrale provoca la perdita di sangue all’interno del cervello con dei versamenti ematici che si creano tra i tessuti che lo compongono. Di solito questo avviene per la rottura di un’arteria che non deve essere per forza avvenuta in maniera traumatica. Sono diversi i sintomi che si possono ricavare precedentemente dal mal di testa al vomito.
Il sangue poi si accumula e questo causa un edema celebrale, un rigonfiamento. Al fine di ridurre il sanguinamento si prova a limitare la pressione del sangue per non provocare danni seri ai tessuti. Da qui conseguono diversi effetti, tra cui anche anomalie legate proprio alle arterie.