«Per me era un fratello, non riesco a dire altro».
A pronunciare queste parole è stato Carlo Conti appena giunto alla Chiesa degli Artisti dove alle 12:00 hanno avuto inizio i funerali di Fabrizio Frizzi. Un gran numero di colleghi presenti: Simona Ventura, Paola Cortellesi con il marito Riccardo Milani, Max Biaggi al quale lo legava una grande amicizia, Flavio Insinna, Paola Saluzzi, Emanuela Aureli, Paolo Bassetti, Max Tortora, Marco Columbro, Anna Foglietta, Zoro.
A dare inizio ai funerali di Fabrizio Frizzi è don Walter Insero, che ha aperto le esequie dicendo:
«Perdiamo un amico e un fratello. Gli diciamo addio e arrivederci. Lui ha ora raggiunto i suoi cari»
La prima lettura è stata letta da Milly Carlucci, visibilmente commossa.
Tra i parenti seduti ai primi banchi sono presenti anche numerosi colleghi e i vertici della tv pubblica. Ricordando l’immensa capacità che caratterizzava Frizzi, quella di provare compassione, don Insero ha precisato:
«Fabrizio è stato chiamato forse in modo prematuro. Salutiamo un artista, un fratello, un amico. La cifra dell’esistenza di Fabrizio è stata la generosità. Era consapevole di avere avuto una vita meravigliosa. Amava la sua famiglia di origine, papà Fulvio e mamma Laura. Lì ha ricevuto i valori che ha espresso nella sua vita. Ho apprezzato in lui la spontanea genuinità che gli ha creato anche qualche problema – ha aggiunto -. Qualcuno gli diceva: dovresti centellinare questa tua presenza. Lui accompagnava tutti, si faceva prossimo, partecipava.
Questa chiesa assediata dimostra l’affetto delle persone che vogliono ricambiare quello che hanno ricevuto. Siamo in difficoltà perché vorremmo accogliere tutti. Lui non faceva calcoli, voleva aiutare e mettersi a disposizione. Non lo faceva perché era grande filantropo, amava la persona. Tutti in Rai sanno che era l’ultimo ad uscire dallo studio. Dopo registrazioni faticose, rimaneva fino alla fine con un sorriso. Fabrizio ora raccoglie quello che ha seminato, non ci sono cose a sorpresa, questo amore gli arriva e si riversa su Carlotta e Stellina».
«Un altro tratto che mi ha colpito è la sua capacità di compassione – ha proseguito don Insero -. Fabrizio sapeva gioire con il sorriso trasparente di un eterno ragazzo. Partecipava del dolore dell’altro che non lo lasciava indifferente. Ha trasmesso il suo affetto con la donazione del midollo osseo a una bambina che non conosceva. Lui non lo ha detto. Quando andava al Bambin Gesù non lo diceva ai giornalisti. Quando una bimba ha preparato dei regali per Stellina, si è sentito in imbarazzo, non li ha voluti».
«In Rai mi hanno confidato che negli ultimi mesi lo chiamavano il combattete con il sorriso – ha concluso don Insero -. Il sorriso era la sua forza. Era sereno, sostenuto da Carlotta e Stella. Una volta mi disse: Stella non è figlia del mio egoismo, volevo comunicarle amore. Fabrizio non è stato un personaggio, è stato una persona».