Le parole del cantante risuonano come accuse nei confronti di mamma Rai, che in qualche modo, secondo il cantante ha agito ignorando o declassando il presentatore
Pupo ha mosso dure accuse contro la Rai, tramite un post che ha fatto il giro del web. Fabrizio Frizzi, secondo Pupo -Enzo Ghinazzi- vale molto di più di quello che la Rai ha voluto mostrare e raccontare. Non ha fatto nomi per non accusare nessuno in particolare, ma è chiaro che Pupo si riferisce ad alcune persone in particolare. Il cantante è noto per il suo carattere schietto e polemico. Dopo la notizia della morte di Frizzi, Pupo non ha potuto fare a meno di scrivere questo post polemico:
“Soltanto due anni fa, eravamo insieme qua, alle cascate del Niagara. Abbiamo condiviso momenti professionali meravigliosi ed altri, privati, in cui mi raccontavi le tue sofferenze e le angosce che gli ipocriti che oggi ti rimpiangono, ti avevano causato. Non ho parole fratello”.
Il cantante è fortemente sconcertato dall’ipocrisia che circola nel mondo dello spettacolo. A differenza della gente comune che si commuove in maniera vera e sincera guadando le immagini del conduttore e del suo funerale, alcuni volti noti fanno solo finta di intristirsi per quanto accaduto a Fabrizio.
La dirigenza Rai per Pupo è cinica, ti sta vicino solo quando sei sull’onda del successo. Ecco cosa ha scritto Pupo:
“In Rai ci sono persone che hanno fatto dannare Fabrizio, che soffriva per le ingiustizie subite, pativa le ritorsioni, doveva ingoiare rospi. E io penso anche che certe angosce influiscano anche sulla salute”.
È solo grazie a Carlo Conti se Fabrizio ha riconquista un posto in Rai. Parecchi hanno provato a frenare la carriera del presentatore, ma oggi nessuno menziona quanto accaduto. Proprio per questo muro, Fabrizio fu costretto a trasferirsi su Mediaset.
Enzo proprio non ci sta all’ipocrisia di alcuni colleghi pronti a piangere davanti alle telecamere. In prima persona Pupo ha vissuto un’ingiustizia in Rai, venne infatti sostituito al timone di Reazione a Catena, a vantaggio di Pino Insegno.