Il suo assassino l’ha prima uccisa e poi le ha amputato un braccio. Un caso molto simile a quello della piccola Zainab. Contro l’orrore decine di proteste in strada, poteva essere evitato un altro omicidio
Ricordate il caso di Zianab Amin, la bambina di 6 anni violentata e uccisa in Pakistan? Il paese rivive proprio nelle ultime ore, lo stesso orrore. Un’altra tragedia simile si è verificata proprio nella stessa provincia di Punjab. La bambina è stata prima stuprata e poi uccisa, era solo di un anno più grande di Zinab.
Secondo le parole del portavoce delle forze dell’ordine, da un prima esame, risulta chiaro lo stupro e poi lo strangolamento della piccola. Il piccolo corpicino della bambina presentava lividi e un braccio mancante. Il padre della bambina uccisa ha raccontato che ieri la figlia, di cui non è stato ancora reso pubblico il nome, è uscita di casa nel pomeriggio tutta da sola. Erano in un villaggio del distretto di Faisalabad.
La bambina non è più tornata e dopo circa un’ora i famigliari hanno cominciato a cercarla. Hanno cercato per diverse ore in giro, fino a quando si sono imbattuti tragicamente nel suo cadavere, denudato, torturato in maniera atroce e mutilato. Era disteso in un terreno agricolo.
Come accadde per la vittima precedente, Zainab, anche se in maniera più ridimensionata, la popolazione è scesa in strada e per farsi sentire, ha dato sfogo alla sua rabbia con vandalismi e a slogan contro la polizia accusata di non fare nulla per arginare il fenomeno della violenza in generale, e in particolare quella sessuale, nella provincia.
Un caso che ancora una volta ci fa riflettere sulle terribili condizioni di questi bambini.