Per la morte di Michela, sono per adesso indagato tre medici, responsabili di non aver individuato la gravità del problema della donna, morta a soli 48 anni
Una tragedia inspiegabile per i parenti di Michela Ravazzolo. La 48enne, è morta pochi giorni fa, nella sua abitazione di Salboro- Padova- dopo ben due giorni di agonia. La donna, tra Pasqua e Pasquetta, ha accusato dei forti mal di pancia, per questo ha deciso di andare in ospedale e chiarire il motivo di questo problema di salute che le impediva di vivere al meglio la quotidianità.
L’hanno visitata ben tre medici, ma nessuno ha saputo dirle cosa avesse. La donna aveva anche un forte senso di nausea, oltre che crampi e dolori molto forti allo stomaco. I dolori sono duranti tutta la notte e hanno portato la donna a vomitare ripetutamente. Non è riuscita a mangiare e bere per molte ore.
Martedì, Michela è stata visitata dal medico di base, che ancora una volta ha confermato che il problema della donna fosse una acuta gastrite. Purtroppo poi, il 4 aprile, il triste epilogo. Michela, dipendente della Steiel Elettronica, viveva da sola e il suo corpo senza vita è stato rinvenuto solo ore più tardi dall’effettivo decesso.
I tre medici che l’hanno visitata, le hanno diagnosticato una semplice gastrite, sbagliando chiaramente. La donna, infatti, è morta nelle prime ore del mattino del 4 aprile scorso. Adesso, nel registro degli indagati, per il reato di omicidio colposo, sono finiti il dottore della guardia medica, il medico del pronto soccorso e il medico di famiglia.
Adesso sarà l’autopsia a chiarire i lati più oscuri della tragica vicenda.