Il centravanti torna a parlare di razzismo. Fa capire che gradirebbe indossare la fascia, in azzurro. E subito la politica si divide sul suo nome
ROMA. Entra nel dibattito politico quanto un leader di partito. Mario Balotelli – tornato in Nazionale con Roberto Mancini – non si è mai tirato indietro rispetto a un argomento che gli sta a cuore, denunciando il rischio di razzismo negli stadi italiani, e non solo. Ma ora sta diventando un simbolo anche per i diversi schieramenti contrapposti sul tema delicato dell’immigrazione. Soprattutto a poche ore dall’arrivo al Viminale di Matteo Salvini.
E così il segretario reggente del Partito democratico, Maurizio Martina, ospite di Radio 24, fa capire di “tifare” per Balotelli capitano della Nazionale. “L’idea di Balotelli capitano mi piace, me lo auguro per tutti noi. Ha espresso parole giuste, semplici e forti. C’è bisogno di una voce come la sua per far capire certe battaglie. Se c’è un giocatore riconosciuto e bravo che si mettere a riflettere sull’Italia ben venga”.
Ma l’idea non sembra convincere il leader leghista, nonché neoministro dell’Interno: “Mario Balotelli capitano della Nazionale? Il capitano deve essere rappresentativo e giocare bene a pallone, non deve essere bianco o nero. Spero che il capitano sia scelto per questo”, dice Matteo Salvini. Magari Balotelli mi stupirà, ma negli anni passati, sia in campo che fuori, non mi è sembrato una di quelle persone umili, in grado di fare squadra, anzi metteva in disaccordo tanti”.
E d’altra parte Balotelli non si è mai tirato indietro. Anche ieri in conferenza stampa ha detto: “È ora che l’Italia diventi più aperta e cominci a integrare le persone che vengono da fuori, come la Francia e l’Inghilterra”. Ha aggiunto che la fascia di capitano assegnata a lui sarebbe un segnale per gli immigrati. Ha raccontato la sua esperienza di bambino alle prese con discriminazioni: “Io l’ho vissuto quando ero più piccolo, non so se sia razzismo o gelosia. Però fa molto male e dà anche fastidio”. E quando gli hanno chiesto un giudizio sul nuovo governo, ha risposto con la frase: “Non sono ancora un politico”.
Sulla politica, e sulla Lega, però si è già pronunciato. E l’ha fatto subito dopo il voto del 4 marzo quando ha criticato il neosenatore Tony Iwoby, che si è fatto fotografare insieme a Salvini indossando la maglia con la scritta “Stop invasione”. “Forse sono cieco”, aveva detto Balotelli, “o forse non gliel’hanno detto ancora che è nero. Ma vergogna!!!”