Schianto choc: è morta una stella dello sport italiano – VIDEO

Una vita spezzata. Aveva solo 20 anni. Lei, Noemi Carrozza, aveva vinto la Coppa Comen nel 2012. Era arrivata quarta nel Solo dei Giochi europei di Baku 2015. Stava nel giro azzurro, spesso a Pietralata nel centro federale dove sono di stanza spesso per mesi e mesi le azzurre. Era tra le protagoniste emergenti negli Assouti, conquistando vittorie e podi, si era meritata applausi ai Mondiali giovanili. Insomma, prometteva la romana Noemi Carrozza, che avrebbe compiuto 21 anni e compiuto 21 anni l’11 settembre prossimo ed era tesserata per la società romana All Round.

 

Noemi è morta sul suo motorino. Su una strada che porta ad Ostia. Una tragedia. Forse la strada dissestata. Forse la poca esperienza di guida.

Il talento del nuoto sincronizzato aveva scrive gazzetta.it –  rappresentato l’Italia in altri manifestazioni giovanili, ma adesso tutto questo è stato vanificato, sembra tutto banale di fronte al tragico schianto in motorino di ieri. L’Italia del nuoto artistico piange Noemi e si stringe intorno alla famiglia. Attonite le compagne, addolorata la federnuoto che esprime tutta la sua vicinanza per la perdita di una promessa. Un anno fa in agosto a Ladispoli, aveva vissuto un campus con francesi, svizzere e azzurre, presente Giorgio Minisini, fresco di oro mondiale. Era nato anche una pagina Facebook che raccontava quell’esperienza al termine della quale si scriveva che “Noemi si è dimostrata una giovane ma grandissima professionista”. Quando non si metteva in luce nel Solo, lo faccio col Duo insieme a Francesca Falcone, e in Coppa Comen aveva trionfato con Laila Huric.

Si trovava bene con tutte, era apprezzatissima. Perciò tutte le compagne ora sono sgomente e sconvolte, da quando hanno appreso dello schianto fatale. Era un’entusiasta per questo sport, si allenava duramente anche di inverno, “con impegno e serietà e abbiamo allenatrici fantastiche e specializzate” amava dire, convinta che ad ogni stagione aggiungeva un salto di qualità.
saltava le sue caratteristche “se in squadra ci si sente più sicure e si lotta insieme per un obiettivo, l’emozione che la vasca sia tutta tua e il fatto che i giudici guardino e giudichino solo te è qualcosa di incredibile, anche se fa una paura tremenda”. Sognava l’Olimpiade e dopo aver mancato Rio, sperava di farcela per Tokyo 2020: “Sarebbe un sogno fantastico, continuo a lavorare per migliorare ed arrivare al livello delle titolari”. Del resto era già nel team che aveva preparato il grande raccolto agli ultimi precedenti Europei di Londra 2016. Aveva davanti un fenomeno come Linda Cerruti ma non disperava di avvicinarla. Riusciva a conciliare al meglio studio e nuoto “anche perché ho professori comprensivi”. E aveva un solo dispiacere: “Il sincro è uno sport di forza, resistenza, grazia e spettacolo. Affascinante. Servono tanti sacrifici e servirebbe anche più spazio come merita”. Lei lo spazio se lo sta prendendo perché non c’è più. Con un urlo tragico. Addio Noemi.

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