Nadia Toffa, dopo il forte scontro con haters e fan, ha dichiarato: “Se dovessero dirmi che ho pochi mesi di vita? Smetto di curarmi e vado al mare”, ecco perché.
Nadia Toffa è stata molto sostenuta dai fan quando si è ammalata di cancro ma, nell’ultimo periodo e proprio ora che sembra star meglio, ha avuto alcuni scontri poco piacevoli a causa di alcune dichiarazioni che sono state viste negativamente. Dopo aver definito il cancro come un “dono”, fan – e non – sono insorti contro l’inviata delle Iene e l’hanno accusata in svariati modi. Successivamente la giornalista ha definito gli oppositori “webeti” peggiorando non di poco la situazione. Nelle sue ultime dichiarazioni, però, la Toffa si è spiegata meglio:
“Ho cercato di trasformare questo accidente, che mai avrei voluto, in un’opportunità per riuscire a conviverci”.
Nadia Toffa: “Se mi danno pochi mesi di vita, smetto di curarmi e vado al mare”
Dopo le polemiche che l’hanno travolta per aver definito il cancro come un “dono”, Nadia Toffa ha spiegato meglio cosa intendesse con quella frase ed è tornata gradualmente nelle grazie del pubblico.
Il 9 ottobre uscirà il libro “Fiore d’Inverno”, scritto da Nadia Toffa, che racconta di come la Iena, nonostante i momenti bui, sia riuscita a trasformare la tragica esperienza in un’occasione per migliorarsi. Ecco le sue parole affidate ad una lunga intervista al Corriere della Sera: “Quando con la determinazione ottieni sempre tutto, non sei preparata all’accettazione di un limite. Quando scrivi un libro come il mio ci metti dentro tutta te stessa, parlandone è venuta fuori la mia natura più estroversa e ho deciso (inconsciamente, ma è un segnale) di far prevalere un messaggio positivo. Purtroppo non tutti hanno colto, e ci sta che la mia comunicazione non sia stata immediatamente comprensibile, che per me non è il cancro a essere un dono, ma è una sfiga che ho saputo trasformare in un dono, cioè la forza che ha saputo tirarmi fuori. Ho cercato di trasformare quest’accidente che ovviamente mai e poi mai avrei voluto, in un’opportunità per riuscire a conviverci”.
Alle critiche sulla poca chiarezza delle affermazioni riguardo la malattia che per le frasi utilizzate potrebbero illudere che non ci sia bisogno di curarsi se si ha forza di volontà. Nadia risponde:
“Se fosse così non avrei fatto operazioni chirurgiche, chemioterapia e radioterapia che sono le armi principali per combattere la maggior parte dei tumori, questo l’ho ripetuto mille volte. Il messaggio non era ‘se non ti impegni abbastanza non guarisci’. E se c’è stata una diversa interpretazione di ciò che ho detto è perché non mi sono espressa in modo sufficientemente chiaro, le parole a volte sono limitanti: io non credo di avere chissà quali risorse però sono riuscita a rovesciare l’ottica della malattia per vederci un’opportunità. Non sconfiggerlo, che è un’altra cosa purtroppo, ma provare a combatterlo anche in un’altra maniera, diciamo di lavorarlo ai fianchi”.
“Mi sveglio la mattina, mi guardo allo specchio e la malattia è sempre con me”, scrive nel suo libro la Iena.
Nel libro l’inviata de Le Iene scrive che se le dicessero che ha pochi mesi di vita smetterebbe di curarsi e andrebbe ad Ibiza, ma perchè proprio Ibiza?
“Ibiza è il posto dove modernità e natura convivono senza farsi torto, il luogo per antonomasia dove un sacco di persone di tutto il mondo scelgono di trasferirsi a un certo punto della vita per tagliare con stress e frenesia, perché lo spirito di libertà si respira ad ogni angolo dell’isola”.
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Nel corso di un’intervista Nadia aggiunge: “Negli ultimi mesi ho avuto tanti alti e bassi a causa della malattia, il mio bollettino medico è in continuo aggiornamento ma sono alle Iene per fare altro, non per parlare del mio stato di salute”. Questa sera, infatti, l’inviata de Le Iene tornerà nella tana di Italia1 e racconta la grande emozione della diretta: “Ci sarà l’emozione come sempre della diretta e anche del ritorno in quello studio in cui sono cresciuta: non so ancora cosa dirò di particolare. Penso che sarà frutto dell’ispirazione del momento. E anche di una voglia di normalità, come se non avessi mai smesso di fare quello che faccio”. Vivere la malattia in privato per Nadia Toffa è quasi impossibile ma, nonostante le tante critiche che l’hanno vista coinvolta, la Iena non si è pentita di essersi aperta al pubblico: “Senti tantissimo affetto e a non raccontare come vanno le cose sai di far torto a chi ti dimostra questo attaccamento sincero. Io sono scomparsa in tanti momenti in cui non avevo voglia di dire niente o di farmi vedere. Volevo stare con i miei affetti, seguire le cure senza distrazioni. Poi ci sono altri momenti in cui mi sento di manifestare quello che sento e bastano due post sui social perché tutto sembri pubblico ma poi non è così realmente. È uno dei tabù della malattia: si pensa che la dignità e il rispetto si ottengano solo con il silenzio, ma non è così. I luoghi e i tempi sono diversi per tutti e vanno rispettati. Ma la normalizzazione passa attraverso anche il saperne parlare, senza sentirsi diversi. Ci sono posti in cui non si nomina la parola cancro ma la si chiama ‘la brutta malattia’. O, peggio, a volte ci si sente in colpa perché se ne parla. Poi, ognuno ha il suo modo di affrontare il tumore: non c’è una ricetta per tutti e ogni atteggiamento va bene, è personale e secondo me non ci si può permettere di sindacare”. Nel suo personale percorso di crescita Nadia racconta di aver imparato molto, soprattutto riguardo ciò che per lei è davvero importante: “La cosa che mi è successa è talmente grande che ha ridimensionato tutte le altre paure che avevo prima. Non nascondo che quando mi hanno portato la diagnosi il primo pensiero sia stato ‘Perché proprio a me?’, poi ho iniziato a rifletterci e ho realizzato che se è capitato a me è perché quello è il mio percorso, il mio ‘peso’ da portare. Intendo dire che ho ribaltato il ragionamento: ho trasformato il ‘Perché proprio a me?’ in ‘Se non a me, a chi?’ o ‘Perché non a me?’ e ho capito che è il disegno per me”.