Un nuovo colpo di scena è avvenuto davanti alla corte D’Assisi. Stefano Cucchi geometra di 31, morto il 22 ottobre del 2009 nell’ospedale Sandro Pertrini di Roma
Secondo la corte di Cassazione, Stefano Cucchi fu arrestato da carabinieri per possesso di droga e successivamente massacrato di botte. Subito la corsa in ospedale, che ha accertato poco dopo la morte.
Il carabiniere confessa la verità sulla morte di Stefano
Pare che il carabiniere accusato della morte di Cucchi, abbia confessato i nomi di chi quel giorno ha massacrato di botte Stefano. Il carabiniere infatti, ha fatto i nomi dei colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’alessandro, tutti e tre accusati di omicidio preterintenzionale del giovane 31 enne.
Inoltre il giovane carabiniere Francesco Tedesco, confessa che lo stesso Roberto Mandolini, maresciallo dei carabinieri, era completamente a conoscenza dell’abuso che i tre carabinieri avevano commesso nei confronti di Stefano Cucchi.
La verità su Cucchi
Secondo alcune indagini, però, una comunicazione di servizio fatta dallo stesso Tedesco inviata poi alla stazione Appia, sia completamente sparita nel nulla. Il documento era una carta molto importante :
“assolutamente importante per la ricostruzione dei fatti, è stato sottratto”
e non ce n’è più traccia, ha spiegato in aula il pm Giovanni Musarò.
La sorella del giovane Stefano Cucchi scrive un post su facebook :
” Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi”.
Finalmente giustizia per il giovane Stefano Cucchi e per la famiglia è stata fatta, e chi deve pagare, pagherà.