L’ultimo tassello per Bossetti. Quello più amaro. Il punto di non ritorno di una storia che ha segnato l’Ialia negli ultimi 8 anni. Un ‘indagine senza precedenti nel mondo del crimine che ha portato all’ergastolo un muratore di Mapello amante della lampade.
La Cassazione, nella serata di ieri, ha confermato l’ergastolo per Massimo Giuseppe Bossetti, l’uomo che è stato condannato in primo e secondo grado per l’omicidio della giovane ginnasta che aveva solo 13 anni di nome Yara Gambirasio.
La ragazza venne trovata morta il 26 febbraio 2011 in un campo a Chignolo d’Isola, nella bassa bergamasca, a pochi chilometri da Brembate di Sopra, dove la ragazza viveva e da dove era scomparsa tre mesi prima.
Il legale di Bossetti sconvolto dalla sentenza
ìPer Massimo sarà una “mazzata durissima ma saprà reagire, le strade non sono finite. Con pazienza e con fiducia bisogna rimettersi al lavoro, qualcosa ancora si può fare”. Lo ha detto il legale di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni, davanti alle telecamere della trasmissione “Quarto Grado” fuori dalla Cassazione dopo la conferma dell’ergastolo. “Tanta gente crede in Massimo Bossetti, faremo tutto il possibile per cercare di affermare la sua innocenza”, ha aggiunto l’avvocato.
Chi ha defiso Yara è felice ma non soddisfatto: “Giustizia è fatta ma non c’è soddisfazione”. Lo ha detto l’avvocato Andrea Pezzotta, legale di parte civile nel processo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Il legale parlando con i giornalisti di Quarto Grado, ha spiegato: “Contando quelli di oggi sono 39 i giudici che hanno ritenuto Bossetti come responsabile di quanto avvenuto”.