Nel corso degli ultimi venti anni, abbiamo assistito, nel nostro paese, a crimini familiari e non che hanno avuto un forte impatto mediatico.
Dopo la condanna di Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio, Il Messaggero ha effettuato un excursus sui principali omicidi che si sono svolti a partire dai primi anni 2000 fino ai giorni nostri, culminato con il caso di Brembate di Sopra.
Omicidi in Italia: da Annamaria Franzoni a Erika e Omar
Annamaria Franzoni fu condannata a 16 anni di prigione per aver ucciso, nel 2002, il figlioletto Samuele. Nel 2014, è stata messa agli arresti domiciliari, con la possibilità di uscire di casa per quattro ore al giorno. Non vive più a Cogne ed è sempre supportata dal marito Stefano che, da quel giorno dell’omicidio, non le ha mai voltato le spalle. Con loro, il primo figlio – ora ventiquattrenne – e il bimbo nato dopo la morte di Samuele. Si è sempre dichiarata innocente.
Nel 2001, i due fidanzatini Erika e Omar uccisero la mamma e il fratellino di lei, Susanna Cassini e il piccolo Gianluca di 11 anni. All’epoca i due ragazzi, di 16 e 17 anni, furono condannati, rispettivamente, a 14 e 16 anni di prigione.
Attualmente, Erika ha 34 anni, si è laureata con il massimo dei voti in Lettere Moderne e si lamenta del fatto che non riesce a trovare lavoro a causa delle sue passate vicende personali. Omar, invece, lavora come barista, è sposato e ha un figlio.
A “Le Iene”: il caso di Olindo e Rosa
Si è tornato a parlare del caso di Olindo e Rosa, condannati all’ergastolo, proprio in queste ultime settimane per via del programma televisivo Le Iene. Pare, infatti, che molti indizi mettano in dubbio la condanna a vita inflitta ai due coniugi.
Nel 2006, Olindo Romano e Rosa Bazzi uccisero i loro vicini, poco prima del Natale: persero la vita Raffaella Castagna, il figlio Youssef di due anni e Valeria Cherubini, che abitava in un appartamento vicino.
Rosa è rinchiusa nella prigione di Bollate, dove si dedica al confezionamento di abiti: può incontrare il marito ogni 15 giorni, il quale si dedica alla scrittura di un diario personale e alla cura dell’orto della prigione, visto che è un appassionato di giardinaggio.