In seguito al ritrovamento di ossa umane all’interno di un edificio della santa Sede in Vaticano, la Procura ha deciso di aprire un fascicolo per reato di omicidio e disposto esami per verificarne la compatibilità con Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa nel 1983, allora quindicenne.
Lunedi 29 ottobre, durante alcuni lavori di ristrutturazione presso la Nunziatura Apostolica di Roma, ovvero la sede diplomatica del Vaticano, gli operai addetti hanno ritrovato uno scheletro al di sotto dei pavimenti di una stanza interrata.
Al ritrovo dei resti viene immediatamente avvisato il Nunzio Emil Paul Tscherrig, il quale decide poi di rivolgersi all’ispettorato di pubblica sicurezza del Vaticano, con a capo Luigi Carnevali che si metterà in contatto con la gendarmeria e le forze dell’ordine.
Secondo una nota Ufficiale del Vaticano:
“Il Corpo della Gendarmeria è prontamente intervenuto sul posto, informando i Superiori della Santa Sede che hanno immediatamente informato le Autorità italiane per le opportune indagini e la necessaria collaborazione nella vicenda. Allo stato attuale il Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone, ha delegato la Polizia Scientifica e la Squadra Mobile della Questura di Roma al fine di stabilirne l’età, il sesso e la datazione della morte”.
I Pm hanno quindi subito disposto degli accertamenti tecnici al fine di esaminare i resti e scoprire se potesse esserci un collegamento con Emanuala Orlandi, figlia di un cittadino Vaticano, o di Mirella Gregori, scomparse entrambe 35 anni fa, nel 1983.
E’ svolta nel Caso Orlandi? L’ipotesi di reato è quella di omicidio.
A prescindere dagli esiti dei test, bisognerà poi scoprire perchè siano state ritrovate delle ossa umane occultate in un edificio della Santa Sede in Vaticano. I magistrati a tal proposito procedono con le indagini ipotizzando il reato di omicidio.