Sotto il Ponte Morandi di Genova, le famiglie si sono unite in un presidio con i gilet arancioni. Vediamo insieme la motivazione.
Era agosto quando il Ponte Morandi di Genova è crollato, portandosi via con sé più di 43 vittime e tantissimi sfollati. Oggi 300 famiglie si sono riunite in un presidio con i gilet arancioni al fine di protestare ed ottenere ascolto.
Ponte Morandi di Genova e le famiglie
Di quella triste giornata di Agosto si ricorda bene il crollo, il boato e il silenzio subito dopo la tragedia. Tantissime le auto coinvolte e le persone decedute per impatto o per essere rimaste bloccate sotto le macerie. Ma c’è anche un’altra parte di Genova, quella “sotto il ponte” che è sopravvissuta alle macerie ma da quel giorno non ha più una vita felice e serena.
Ponte Morandi di Genova, il presidio
E’ partito questa mattina il presidio dei ‘gilet arancioni’, colore oramai simbolo della zona. Sono 300 famiglie con i loro bambini, che vivono proprio a ridosso della zona rossa del Ponte crollato.
Un presidio anticipato da una manifestazione per chiedere una ricollocazione sino a quando la situazione non sarà nuovamente sicura. In questo periodo, infatti, si sta andando avanti con i lavori di demolizione e ricostruzione della struttura.
Giorgio Sacchi – comitato abitanti ai confini della zona rossa – evidenzia in un’intervista che la preoccupazione più grande è per la presenza di amianto nei monconi del ponte e in alcuni palazzi. Ci tiene inoltre a sottolineare che la priorità sia il benessere dei bambini, oggi scossi da tutto quello che sta accadendo.
La manifestazione si recherà sino a Palazzo Tursi, con una parte di delegazione che potrà parlare con il commissario Bucci. Successivamente una seconda parte del corteo si recherà in sede della Regione e Prefettura.