Un dramma nella tragedia dopo che un uomo si è suicidato in ospedale. Ecco tutti i dettagli.
Una vicenda triste ma sconcertante, che parla di un suicidio e di alcuni parenti che devastano il Pronto Soccorso, aggredendo lo staff medico.
Suicidio all’ospedale: la vicenda
Siamo a Sant’Antonio Abate di Gallarate, vicino Varese, dove un uomo ha compiuto il gesto più estremo che si possa pensare. Per capire tutto bisogna fare un piccolo passo indietro: il trentenne si è presentato al pronto soccorso – un uomo con un passato complicato e alcuni accessi al Sert – molto agitato e sotto stress.
A seguito di alcuni primi accertamenti, i medici non hanno riscontrato patologie o ferite gravi così da lasciarlo momentaneamente in attesa. Lo stesso è sfuggito ai controlli abbandonando il luogo e raggiungendo il quinto piano dell’Ospedale: un gesto estremo che è durato pochi attimi e terminato con un lancio nel vuoto e la morte immediata.
Parenti in rivolta
Secondo la ricostruzione e le testimonianze, lo staff medico ha prontamente avvertito i parenti. Quando sono arrivati la loro reazione è stata da una parte drammatica e da una parte surreale: hanno infatti iniziato a minacciare, urlare e strattonare medici e infermieri.
Una violenza tale – raccontano i presenti – tanto che una delle infermiere è stata aggredita in maniera non convenzionale. Alcune vetrate sono andate in frantumi, sono state lanciate panche e sedie per tutta la sala di attesa e il pc del Triage distrutto.
Le persone presenti in attesa di controlli accompagnati dai parenti – circa un centinaio – sono rimaste attonite e non hanno subito compreso cosa sia realmente accaduto. Le forze dell’ordine sono intervenute prontamente, mentre il locale del Pronto Soccorso chiuso per motivi di sicurezza e inagibilità – dirottando le ambulanze in un altro ospedale.
Non si hanno ancora notizie in merito ai provvedimenti che le forze dell’ordine prenderanno contro i familiari della vittima.