Annamaria Franzoni, accusata del delitto di Cogne, torna libera dopo 11 anni di reclusione e vuole far capire il suo punto di vista
Il delitto di Cogne ha lasciato tutti senza parole e, forse, senza la verità assoluta che oggi Annamaria Franzoni vuole raccontare dopo aver scontato la sua pena.
Il delitto di Cogne
Era il 30 gennaio del 2002 quando Samuele fu brutalmente assassinato all’interno della villetta di Cogne, mentre Annamaria Franzoni si trovava fuori casa con il primogenito ad aspettare il pulmino della scuola. Una versione che non ha mai convinto gli inquirenti, che la ritenettero l’unica vera responsabile.
E’ entrata nel carcere di Dozza nel 2007 uscendo nel 2014 per affrontare il resto della pena agli arresti domiciliari, dichiarandosi sempre e comunque innocente:
“qualcuno lo ha ucciso”
Ha ripetuto la Franzoni in tutti questi anni, evidenziando di averlo lasciato solo per quegli otto minuti che avrebbero cambiato per sempre la vita di tutti quanti in famiglia.
Condannata a 16 anni, la pena è successivamente diventata di 11 grazie all’indulto; ha seguito un lungo percorso di buona condotta e partecipazione a molti progetti, così da ridurre notevolmente la pena e potendo ora ritenersi una donna libera.
Le prime parole di Annamaria Franzoni
Oggi è una donna libera, scontando una pena – a sua detta – che avrebbe dovuto essere di qualcun’altro non ancora identificato:
“sono contenta da un lato, ma adesso devo far capire alla gente che io sono innocente”
Una battaglia che va avanti da molto tempo proprio per far capire a tutti, di quanto sia difficile sopravvivere quanto tutti pensano che una madre abbia potuto uccidere il figlio in quel modo così tragico.