L’omicidio del piccolo Loris non ha una risposta e Veronica Panarello ricorre in Cassazione contro la sua condanna
L’omicidio del piccolo Loris ha sconvolto tutti, soprattutto per le dinamiche ancora non chiare. Veronica Panarello – la madre accusata di omicidio – ha fatto ricorso per la sua pena di primo grado.
La condanna di Veronica
Veronica, madre del piccolo Loris, viene condannata il 5 luglio 2018 a 30 anni di reclusione per omicidio e occultamento di cadavere.
In questi anni si è cercato di capire cosa sia realmente accaduto al piccolo in quel terribile 29 novembre 2016, dopo che è stato trovato in mezzo al nulla privo di vita. Prima di aver occultato il cadavere, l’omicida lo ha strangolato con delle fascette e poi lasciato come se fosse un rifiuto qualsiasi.
La madre ha rilasciato più versioni ma quello che è certo, dalle intercettazioni telefoniche e riprese video effettuate dalle telecamere del paese – è che Loris quel giorno non è andato a scuola e lei sia stata l’ultima persona a vederlo.
La richiesta alla Cassazione
Il 5 luglio 2018 viene confermata la condanna per 30 anni di reclusione, con sentenza di primo grado emessa dal Gip di Ragusa – Andrea Reale – il 17 ottobre 2016.
Nella serata di ieri l’avvocato difensore Francesco Villardita ha depositato in Cassazione il ricorso avverso proprio la sentenza della Corte D’Assise di Catania. La richiesta verte su molteplici punti che trovano discordanti la precedente sentenza.
Alcuni di questi erano già stati presentati e commentati dall’avvocato penalista: ci sarebbero infatti contraddizioni tra:
“l’elemento soggettivo del reato di una sentenza che parla di dolo d’impeto”
Da aggiungere alla capacità di intendere dell’imputata e pianificazione del luogo.