L’imprenditore simbolo della lotta contro il racket, Rocco Greco, si è suicidato dopo essere stato abbandonato dallo Stato
Un imprenditore che ha combattuto sino all’ultimo – Rocco Greco – per poi ritrovarsi senza via d’uscita, decidendo di porre fine alla sua vita nella giornata di mercoledì.
La storia di Rocco Greco
L’imprenditore di Gela, diventato simbolo nella lotta contro la mafia, nel 2007 aveva denunciato i capi della Stiddia e di Cosa Nostra coinvolgendo nel suo operato altri sette imprenditori del territorio.
Una storia complessa, che costrinse l’imprenditore ad ulteriori denunce e prese di posizione solo per aver avuto il coraggio di denunciare quanto stesse accadendo. Successivamente Greco viene interdetto e successivamente tutte le commesse per gli appalti vengono revocate per “paura di infiltrazione a carattere mafioso all’interno dell’azienda”
Il figlio Francesco ha raccontato, ai microfoni del TG5:
“sono stati licenziati 50 operai e non si poteva più fare nulla”
Il triste epilogo
Nonostante tutto, l’imprenditore aveva effettuato un ricorso, senza che la Tar approvasse la sospensiva. Non si arrese e proprio in questo periodo – insieme al suo avvocato – stava per far emettere un nuovo ricorso.
Il 26 febbraio incontra il suo legale per l’ultima volta, mentre il 27 febbraio decide di svegliarsi presto per recarsi a lavoro. Lo hanno trovato poco dopo, senza vita all’interno di uno degli uffici dopo che si è sparato un colpo alla nuca.
L’imprenditore non ha lasciato biglietti ma da quando riportato, nei suoi pensieri c’era da tempo una soluzione drastica al fine di poter salvare la famiglia da questa annosa situazione.
Un uomo simbolo che resterà tale per gli anni a venire.