Una scomparsa misteriosa quella di Roberta Ragusa e oggi sembra emergere il movente del suo omicidio
Sette anni fa scompariva Roberta Ragusa nel nulla e, ancora oggi, sono molte le domande senza una risposta certa. Quello che è emerso potrebbe essere il movente che avrebbe spinto il marito Antonio Logli a commettere l’omicidio, come riportato anche da Velvet Gossip.
La scomparsa di Roberta Ragusa
Sette anni da quella tragica notte tra il 13 e 14 gennaio 2012 quando la moglie di Antonio Logli è sparita nel nulla. Gli inquirenti non hanno mai creduto all’allontanamento involontario e al fatto che questa madre potesse lasciare i suoi figli non facendosi più vedere e sentire.
Nonostante i sospetti siano sempre ricaduti sul marito, visto il mancato ritrovamento del corpo della donna, i giudici hanno dovuto sostenere un processo con tipologia indiziaria – fondato quindi su intercettazioni e indizi ma senza alcuna prova concreta:
“il suo mancato ritrovamento impedisce di trovare il mezzo ma non esclude che non sia stato veramente realizzato”
Il movente dell’omicidio
Secondo i giudici, all’interno della motivazioni della sentenza in secondo grado che ha confermato la condanna a vent’anni di carcere per distruzione del cadavere e omicidio, hanno evidenziato che lo stesso sarebbe stato effettuato per “contraccolpi economici”.
Per la giustizia non è quindi pensabile, come anticipato, ad un allontanamento volontario da parte della Ragusa ma legato a motivi economici vista la società in comune della scuola guida e della casa dove viveva insieme al marito e i figli.
La ricostruzione
Antonio Logli si professa innocente e la sua versione dei fatti non è variata nel tempo – come riportato da La Nazione, evidenziando che l’ultima volta che ha visto la moglie era in cucina per poi andare a dormire e risvegliarsi alle 6.45 completamente da solo – trovando i vestiti i lei appoggiati sulla poltrona della camera.
Ma secondo i giudici, dopo che la Ragusa ha scoperto la relazione del marito con Sara Calzolaio, ci sarebbe stato un litigio sino alla morte della donna. L’uomo in questo momento è libero, con l’obbligo di residenza a San Giuliano Terme e il divieto assoluto di allontanamento dalla provincia di Pisa dalle ore 21 sino alle 6 del mattino, in attesa di sentenza da parte della Cassazione.