Il racconto nei dettagli di come sia avvenuto l’omicidio di Pamela Mastropietro ha rimbombato all’interno del Tribunale di Macerata
Un racconto che sembra preso da un film dell’orrore, quello che si è svolto in Tribunale e che ha fatto emergere i dettagli più drammatici sull’omicidio di Pamela Mastropietro come si evince da adnkronos.
I dettagli sull’omicidio
A raccontare i drammatici momenti passati da Pamela Mastropietro è Vincenzo Marino, super testimone ascoltato per la seconda udienza presso la Corte d’Assise di Macerata.
Un racconto importante il suo, in quanto il pentito fu compagno di galera di Oseghale quando furono detenuti nel carcere di Ascoli. Per questo motivo ha raccontato tutti i particolari più macabri e netti un omicidio ancora più terribile di quanto immaginassimo.
La sequenza dell’omicidio
Secondo il racconto di Marino, quando Desmond Lucky ha abbandonato la stanza, Oseghale tentò di rianimare la ragazza. Dopo questo gesto, lei si riprese – si spogliò e ebbero un rapporto sessuale completo:
“era sveglia ma aveva gli occhi all’insù”
Evidenzia poi che Pamela voleva andare a casa, a Roma, altrimenti lo avrebbe denunciato. Sono state queste le parole che avrebbero indotto ad una colluttazione, con una successiva recisione all’altezza del fegato tramite un coltello:
“pensava fosse morta”
A quel punto Oseghale si reca ai giardini Diaz per chiedere aiuto ad un connazionale, per poi ritornare a casa:
“iniziò a squartarla partendo dal piede, ma pamela iniziò a muoversi e lamentarsi”
Dal racconto si evince quindi che Pamela, nel momento in cui Oseghale iniziò a tagliarla a pezzi, era viva e cosciente di quanto stava per succedere:
“dopo averla fatta a pezzi, l’ha lavata con la varechina perché così non si sarebbe saputo se era morta di overdose o assassinata”
Terminando il macabro racconto, sottolineando che i pezzi sarebbero sono stati poi messi in due valigie perché nel frigo, non ci sarebbero stati.