L’omicidio di Vannini ha tanti buchi oscuri e le motivazioni per la riduzione della pena ad Antonio Ciontoli lo uccidono per una seconda volta
L’omicidio Vannini è uno di quei casi che forse non verranno mai chiariti sino in fondo e le motivazioni per la riduzione della pena, danno un nuovo colpo di grazia ai familiari della vittima.
La riduzione della pena
Il 29 gennaio 2019 il padre della fidanzata di Marco Vannini – Antonio Ciontoli – ha avuto una riduzione della pena da 14 a 5 anni di reclusione, con lo sgomento della mamma Marina e tutti i suoi familiari.
Secondo l’accusa, Ciontoli avrebbe sparato a Marco in modo colposo ma la sua colpevolezza è nel non aver contattato prontamente i soccorsi al fine di salvarlo. Queste le motivazioni della sentenza con la riduzione della sua pena.
Le motivazioni dei giudici
Come ampiamente dettagliato dal programma televisivo di Italia Uno “Le Iene”, i giudici della Prima Corte d’Assise hanno decretato che:
“antonio ciontoli ha consapevolmente reiteratamente evitato l’attivazione dell’immediato soccorso per evitare conseguenze dannose in ambito lavorativo”
Non è stato quindi un omicidio volontario ma colposo, confermando però la sentenza con accusa a tre anni per i suoi famliari – complici di tale tragedia.
Sempre secondo i giudici Ciotoli era lucido per tutto il tempo, tanto da poter scegliere e decidere di comportarsi con un buon padre di famiglia raccontando per filo e per segno quanto accaduto in quella terribile serata dove Marco – comunque – ha perso la vita.
Secondo la mamma Marina e tutti i familiari – ma non solo – questo epilogo è un doppio colpo per Marco Vannini, ucciso due volte senza che ci sia ancora una verità chiara e coerente.