Ritrovate le scatole nere dell’aereo caduto in Etiopia ed era un schianto che si poteva di certo evitare. Cosa è successo in quei minuti?
Una tragedia che portato via la vita di 156 persone che erano a bordo dell’aereo caduto in Etiopia, con al prima ipotesi agghiacciante e la conferma che arriverà dalle scatole nere appena ritrovate.
Lo schianto dell’aereo
Il Boeing 737 Max 8 decollato da Addis Abeba con destinazione Nairobi è precipitato pochi minuti dopo il suo decollo, dove hanno perso la vita tutti i passeggeri a bordo e l’equipaggio. All’interno del velivolo 8 dei nostri connazionali – in questo articolo vi diciamo chi sono e cosa facevano in Etiopia – impegnati a fare del bene che non ritorneranno più a casa.
Dopo il decollo, l’aereo è sparito dai radar e sono stati attivati immediatamente i controlli per poi scoprire che si era schiantato proprio dopo la partenza. I testimoni hanno parlato di fiamme e fumo nero fuori uscire dal mezzo sino all’epilogo finale e la tragedia. Non è la prima volta, per questo motivo alcuni Paesi hanno fermato gli aerei dello stesso modello per effettuare dei controlli accurati ed evitare che altre situazioni similari possano accadere nuovamente.
Ma cosa è successo?
L’ipotesi e le scatole nere
Nella giornata di ieri sono state recuperate le due scatole nere ma l’ipotesi più probabile è concentrata sul software di protezione dallo stallo. Una tragedia che si poteva evitare, come evidenziato dai tecnici durante i primi accertamenti.
In questo caso specifico, tale sistema ha mostrato un dato anomalo facendo in modo che il muso punti in basso: il pilota dovrebbe quindi aver cercato di bloccare il comando ma senza alcun successo non avendo margine di manovra – essendo partito da pochi minuti e comunque ancora vicino alla terra.
Questa ipotesi potrebbe essere accreditata, non solo in quanto analoga alle tragedie precedenti dello stesso modello e compagnia aerea, ma anche dalle scatole nere che riveleranno quanto prima cosa sia accaduto in quegli ultimi minuti.