Elena Santarelli ha voluto raccontare la sua nuova vita, dopo la malattia di Giacomo a Il Messaggero. Ecco cosa ha rivelarto del suo presente
Una mamma coraggio Elena Santarelli, proprio come tante altre mamme che nonostante la malattia dei figli provano ad andare avanti e a sorridere davanti alle difficoltà. In una bella e lunga intervista a Il Messaggero Elena ha raccontato la sua nuova vita e ha parlato finalmente della condizione attuale di Giacomo.
Elena Santarelli, la malattia di Giacomo
Elena Santarelli sta cercando di evitare di parlare sempre della malattia del figlio, come è comprensibile. La showgirl però non ha potuto fare a meno di rilasciare un’intervista al Messaggero per aggiornare, sulla sua situazione e quella di Giacomo, tutti i fan che la seguono con affetto. A proposito del figlio rivela:
«Nulla succede per caso. Come quando quel giorno ho sentito nello stomaco di andare a grattare in fondo su quelle cose che vedevo diverse in Jack. Qualcosa mi diceva Gratta! Gratta, che qualcosa trovi. Sarà stata mia nonna dall’alto».
Proprio scavando a fondo, un anno e 4 mesi fa, l’attrice e showgirl ha scoperto che il suo primogenito, oggi 10 anni, aveva un tumore cerebrale. Per sostenere chi come lei combatte contro questo tipo di malattie, ha messo la sua faccia, la sua notorietà a disposizione totale di Progetto Heal, onlus fondata da famiglie di bambini colpiti da tumori cerebrali.
L’associazione, come spesso ha sottolineato la stessa Santarelli, accoglie fondi destinati alla ricerca attraverso il sostegno dell’equipe medica della dottoressa Angela Mastronuzzi, all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Elena Santarelli e l’impegno contro il tumore
Il 15 marzo, fra due giorni, Elena Santarelli presenzierà all’inaugurazione della nuova sede a Sora, in provincia di Frosinone. A volte le è stato rimproverato di sfruttare la malattia di Giacomo per visibilità, ma invece Elena aveva scopi molto nobili:
“Ho sfruttato la mia immagine per far conoscere l’associazione e raccogliere fondi. È indispensabile. L’anno scorso la Bobo Summer Cup ha donato più di 78 mila euro per il profilo di metilazione, un esame che permette di caratterizzare meglio il tumore, un esame costoso, che in Italia si fa solo al Bambin Gesù.”
Il sogno di Elena è quello di rendere questo esame disponibile a tutti:
che vorremmo potesse essere offerto gratuitamente a bambini italiani con tumore cerebrale che ne abbiano bisogno. Anche le borse di studio sono pagate dalle donazioni: dalla logopedista, ai biologi, ai ricercatori, alla psicologa Alessandra Basso».
Ma non solo i medici sono figure indispensabili, anche gli psicologi sono indispensabili perchè danno il giusto supporto non solo al bambino malato, ma anche alla sua famiglia:
«A me è servita per avere il giusto comportamento con mio figlio, nella comunicazione, nel controllo dei momenti più critici come la perdita di capelli, la rabbia: i bambini sono tutti molto arrabbiati, sa? A 4, 5 anni non capiscono ancora, la prendono quasi come un gioco.
Poi però la consapevolezza cambia tutto:
Ma a 10, per quanto la vita che facciamo sia la più bella e normale possibile, è comunque la vita di un bambino malato, e non posso negare che sia arrabbiato».
Suo figlio Giacomo è in genere molto maturo e comprensivo, ma come ogni bimbo di 10 anni a volte non ne può più:
«A volte mi dice che palle!. I capelli che cadono, andare in ospedale per la chemio. Io mi ritengo fortunata, ma è difficile spiegare la fortuna che abbiamo avuto a un bambino di 10 anni. Lo capirà quando sarà grande».
Non è facile nemmeno per chi ha qualche anno in più. Elena, infatti rivela che a volte il suo atteggiamento viene travisato proprio per questo:
«Lo so. Molti mi prendono per pazza, non capiscono da dove arrivi la mia positività. Ma dietro di me ci sono mamme che, in silenzio affrontano cose che io avevo visto solo nei film o nelle peggiori puntate di E. R».
Ma a che punto è Giacomo del suo percorso di guarigione?
«Non lo dico finché non sarà alla fine. Anche per scaramanzia. Lo racconterò poi, per dare forza ad altre famiglie. E poi qualunque risposta genera falsi virgolettati su internet. Ho letto titoli come La Santarelli ha perso il figlio solo per qualche clic in più».
Elena rivela anche che spesso si rifugia in Dio per cercare conforto:
«In chiesa. C’è qualcuno che mi ascolta dall’alto, lì. Prego, c’è tanta gente che prega per Giacomo. La preghiera di gruppo è potente».
Non poteva mancare anche un pensiero relativo al grande beneficio apportato dal suo lavoro in Tv Italia Sì:
Per me è anche una distrazione. Ho ricominciato solo quando le chemio sono entrate in regime di day hospital e non in ricovero. Lo posso fare perché è il sabato, in diretta, e Giacomo non ha mai la chemio quel giorno. Se no, col cavolo che lo facevo».
Insomma, Elena ha coraggio ma è anche un essere umano. La paura c’è, ma una mamma deve andare avanti.