La strage in Nuova Zelanda è ancora molto viva in tutti noi e ora arriva l’Isis che risponde all’attentato in maniera agghiacciante. Cosa dobbiamo aspettarci?
Brenton Terrant è l’uomo che ha commesso la strage in Nuova Zelanda, con le vittime che sono salite a 50 e un clima di paura che si estende oltre l’Australia. Ma ora è l’Isis ad intervenire e colpire rispondendo all’attentato.
La strage
Brenton Tarrant, l’estremista australiano di 28 anni, si trova in attesa di giudizio che avverrà il 5 aprile dopo che venerdì ha deciso di compiere una strage che non ha precedenti. In diretta Facebook ha mandato in onda quella che era la sua vendetta personale contro i musulmani, mostrandosi mentre uccideva a sangue freddo molte delle persone all’interno della Moschea – senza scrupoli e senza alcun ripensamento.
Mucal, qui vi diciamo chi è il piccolo – resta il “simbolo” della strage: un bimbo di soli tre anni, ucciso senza pietà e senza alcuna motivazione.
La vendetta Isis
Ora però l’attenzione è rivolta verso l’Isis che ha deciso di vendicare il gesto di Terrant ed entrare in azione. In un post del 15 marzo – come si evince dal TGCOM24 – il messaggio è chiaro e incita alla vendetta contro i cristiani e le chiese.
I gruppi di Al Qaeda inneggiano alla “Guerra dei Crociati” con un appello chiaro e preciso:
“versare il sangue dei crociati”
Lo Stato dell’Islam ha quindi promesso di vendicare tale attentato con uno analogo ma contro le Chiese, esortando a dare la stessa identica sofferenza in maniera inaspettata.
La paura è sempre più forte e sempre in Nuova Zelanda si è chiuso per alcune ore, l’aeroporto di Dunedin a seguito della segnalazione di un pacco sospetto.