Continuano le indagini sulla misteriosa morte della testimone ‘chiave’ del Caso Ruby, Imane Fadil. Ecco che cosa è emerso dalle prime analisi.
Nella giornata di Oggi, 21 Marzo 2019, sono state effettuate sulla salma di Imane Fadil, la testimone ‘chiave’ del Caso Ruby, le prime analisi, nell’intento di svelare le reali cause che hanno condotto la giovane donna alla morte. La modella di soli 33 anni, lo scorso 29 Gennaio, è stata ricoverata all’Humanitas di Rozzano, per un presunto avvelenamento, ed è deceduta pochi giorni dopo il ricovero, il 1 Marzo.
Dalle prime analisi sui tessuti del corpo della Fadil, che han è emerso che “non c’è alcuna traccia di radioattività sulla salma”. Lo step successivo sarà adesso l’effettuazione dell’autopsia, sulla salma della modella, della quale attualmente non è stata ancora stabilita la data, così come non sono state fissate eventuali ‘verifiche supplementari’.
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Inoltre secondo alcune fonti investigative non sarebbero state rinvenute ‘sostanze sospette’ nella sua abitazione, che “possano spiegare la presenza di valori alti, ma non letali, di metalli nel corpo dell’ex modella”.
Si infittisce sempre più il mistero della morte della testimone chiave del Caso Ruby, su cui sta attualmente indagando la Procura di Milano con l’ipotesi di omicidio volontario contro ignoti. Tre, spiegano gli inquirenti sono le ipotesi sulla morte dell’ex modella, ossia “il decesso legato alla presenza di elementi radioattivi, che però le ultime analisi sembrano far venir meno, la morte per avvelenamento da metalli o una malattia rara”.