La morte di Sissy Trovato Mazza è un mistero ancora da chiarire, ma il DNA trovato sulla sua pistola potrebbe far emergere qualcosa di ancora più strano
Un colpo di pistola alla testa, poi il coma lungo due anni e l’epilogo più triste ovvero la morte di Sissy Trovato Mazza – l’agente penitenziario che potrebbe aver trovato una svolta.
L’ipotesi dietro la sua morte
Un grande mistero, accompagnato da alcune testimonianze da parte di carcerate ed ex detenute del carcere dove Sissy lavorava come agente penitenziario. Una sua ultima lettera – come abbiamo spiegato in questo nostro articolo – e l’ipotesi del suicidio mai creduto dalla sua famiglia.
Come discusso in questi anni, Sissy non era sicuramente concorde con quello che succedeva all’interno del carcere- come più volte dichiarato dalle ex detenute – tra festini e azioni illegali da parte delle sue colleghe nei confronti delle carcerate. Una denuncia che le è costata la vita o un voler abbandonare tutto?
L’esame del DNA sulla pistola
Come si evince da Repubblica la famiglia non ha mai creduto all’ipotesi di suicidio, ma le analisi effettuate sulla pistola dell’agente hanno rivelato una sola traccia di DNA.
I rilievi hanno dimostrato che la pistola riporta le tracce di Sissy e nessuna altra persona. L’inchiesta è comunque tutt’ora aperta, nonostante ora non ci siano elementi che avrebbero potuto portare una luce e un chiarimento a questo fatto molto misterioso.
Per i consulenti “unicità del DNA e posizionamento” potrebbero anche essere portate da una pulizia successiva o utilizzo di protezioni, proprio al fine di non risultare in caso di analisi. Per questo motivo i legali della famiglia dell’agente, intendono proseguire con accertamenti ulteriori di varia natura per stabilire una volta per tutte quando accaduto il 1 novembre del 2016.