Dopo gli scontri e le discussioni, il codice rosso prende l’unanimità della Camera con via libera per applicare le norme. Ma quali sono in caso di reato?
Ci sono state molte discussioni e punti di vista differenti sul codice rosso e revenge porn, ma ora la Camera ha dato il suo si definitivo senza alcun contrario o astenuto. Ecco cosa prevedono le norme.
Le norme sul codice rosso
Tutti favorevoli, nessun contrario o astenuto sulla questione revenge porn che mette i politici d’accordo con approvazione delle varie norme che vanno a proteggere chi subisce un reato di divulgazione mediatica o violenza di vario genere.
Nel dettaglio è prevista una reclusione sino a 6 anni di carcere e una multa da 5mila sino a 15mila Euro, in caso di realizzazione – divulgazione – invio – sottrazione – pubblicazione – diffusione di video oppure immagini con contenuti espliciti che devono rimanere privati, senza naturalmente il consenso del soggetto rappresentato.
Non è da sottovalutare anche la diffusione e condivisione: infatti i soggetti che ricevono tale materiale e si apprestano a inviare, pubblicare, cedere e diffondere avranno la stessa pena di cui sopra.
I social e persone disabili
Uno sguardo molto attento è quello rivolto ai social, dove la diffusione è molto più ampia e veloce.
Secondo la normativa un partner o ex che divulga i contenuti via social è punibile con pene molto più severe delle precedenti se commessi da una persona legata o precedentemente coinvolta sentimentalmente con il soggetto/vittima.
Aumenta anche la pena per chi commette danno contro donne in stato di gravidanza o persone disabili – sia fisicamente e sia mentalmente.