Continuano le indagini sull’omicidio di Stefano Leo e quello che emerge ora, non da pace ai familiari e agli inquirenti
Quello che Said Mechaquat continua ad asserire durante l’interrogatorio per l’omicidio di Stefano Leo è sempre più inquietante e le nuove rivelazioni fanno tremare anche gli investigatori.
I dubbi sul movente
Ci sono tantissimi dubbi sul movente che ha spinto Said ad uccidere Stefano ai Murazzi di Torino. Si è costituito dopo la marcia per la solidarietà indetta da amici e famiglia, evidenziando di averlo accoltellato alla gola per togliergli il futuro e voler colpire qualcuno che quel giorno sembrava essere felice.
Lo ha lasciato agonizzante sul lungo fiume, mentre Stefano a stenti è riuscito a salire la lunga scalinata per raggiungere la strada e fermare qualcuno che potesse aiutarlo – prima del tragico epilogo. L’arma del delitto è stata trovata – come da indicazioni di Said – dentro un gabbiotto dell’Enel, pronto ad essere riutilizzato quanto prima.
Dopo ore di interrogatorio e il dolore di un padre che ha perso il figlio, per un semplice sorriso emerge una seconda ipotesi ancora più agghiacciante.
Lo scambio di persona
Ci sarebbe però una versione che sta facendo tremare tutti quanti, infatti qualche giorno prima del folle gesto – Said aveva minacciato il nuovo compagno dell’ex moglie:
“aveva minacciato che gli avrebbe tagliato la gola”
Ha evidenziato il padre di Fabio, il nuovo compagno della donna – su Repubblica – che la persona indicata per l’omicidio sarebbe stato lui e non il povero Stefano:
“si assomigliano come due gocce d’acqua”
Quindi l’obiettivo di Said era il suo “rivale in amore” e in Stefano Leo ha trovato la proiezione di quell’uomo che – secondo lui – stava al suo posto, con l’ex moglie.