Julian Assange ha assaporato un epilogo della sua vita totalmente differente, nonostante tutti i suoi complotti e piani di fuga: ma quali erano le sue vere intenzioni?
Prima che Julian Assange venisse arrestato a Londra, il suo piano di fuga era stato ben delineato così come il suo complotto. Ma qualcosa non deve essere andato secondo i piani.
L’arresto a Londra di Julian Assange
Volto cambiato ma con la stessa espressione di sempre, il fondatore di Wikileaks si mostra alle telecamere ammanettato dopo l’arresto da parte delle autorità britanniche.
La sua però è una denuncia molto seria è diretta, ripresa dalle telecamere di tutto il mondo dove attesta che il Regno Unito è incivile. Lancia poi un messaggio a tutti i cittadini inglesi:
“il regno unito deve resistere”
Un testimone, come si evince anche da Il Messaggero, ha visto sei uomini in borghese trascinarlo via, insieme ad agenti in uniforme che l’hanno spinto all’interno del furgone – per evitare domande e/foto da parte dei giornalisti.
Non ha visto la luce del giorno per sei anni, apparendo così molto provato e disorientato. Nonostante tutto alcuni testimoni hanno dichiarato che la modalità di cattura sia stata “scioccante”.
I complotti e i piani di fuga del fondatore di Wikileaks
Julien ha violato i termini di libertà condizionale, così il governo dell’Ecuador si è visto costretto a consegnarlo all’Inghilterra facendosi promettere che non sarebbe stato estradato in Paesi dove vige la pena di morte.
Il piano della sua fuga in Russia, emerge ed era stato proprio l’ex console ecuadoriano a Londra Fidel Narvaez a disegnarlo per poi abbandonare tutto a pochi giorni dalla messa in atto. Ci sono molte inchieste e punti non emersi, che devono essere affrontati per quest’uomo che riesce a tenere le nazioni sulla corda e potrebbe scatenare l’impensabile ancora oggi.