Per Paolo Borsellino, il magistrato ucciso nel 1992, ci sono presunti depistaggi per l’indagine. Ecco cosa è successo
La figlia di Paolo Borsellino parla in merito ad un possibile depistaggio sulle indagini per l’assassinio del padre e della sua scorta in Via D’Amelio.
L’ipotesi di depistaggio per la strage di Via D’Amelio
Fiammetta Borsellino non si arrende e, come si evince da TGCOM24, parla in merito al depistaggio delle indagini che c’è stato nei confronti dell’omicidio del padre e delle persone facenti parte della sua scorta.
Secondo il suo racconto il Consiglio Superiore della magistratura non ha mai fatto nulla sul piano disciplinare. Non solo: quando lo stesso ha mosso qualche carta, non è stato per iniziativa ma solo per input dei familiari:
“per me questo è abominevole”
Il tutto si riferisce a possibili responsabilità disciplinari proprio dei magistrati, indicati per indagare sulla strage di Via D’Amelio – condizionata da un depistaggio che ha lasciato tutti senza parole.
Per lo stesso risultano indagati tre funzionari di Polizia, mentre la figlia del magistrato evidenzia che sino ad oggi non ci sono state riparazioni:
“sono stata convocata dal procuratore generale della cassazione”
In quella sede sono state richiesti contributi, da loro mai sottratti ma comunque non ci sono state riparazioni.
Il Procuratore Generale di Palermo, Roberto Scarpinato, ha invece sottolineato che alcune menti esterne facenti parte della mafia, hanno posto l’ordine a Cosa Nostra di anticipare l’omicidio del padre – dando supporto pratico e logistico per preparare questo tipo di strage nei minimi dettagli.
Il Procuratore è intervenuto insieme a Fiammetta per il dibattito, ricordando e rimettendo in luce i dati di indagini – accompagnate da verità e bugie che costarono la carcerazione a sette innocenti.