Pamela Prati ha scatenato una bufera con la storia del suo matrimonio e di suoi figli fittizzi. Ecco tutta la verità sulla storia
Pamela Prati in questi mesi ha annunciato il matrimonio con l’imprenditore Mark Caltagirone e l’affido di due figli, Sebastian e Rebecca. Ma nessuna sa chi siano questi bambino e questo noto imprenditore. Adesso è la Polizia postale che prova a fare chiarezza.
Pamela Prati, la verità sul matrimonio
Purtroppo sulla questione del matrimonio relativo a Pamela Prati se ne sono dette di ogni. Ma ancora tutti hanno dei dubbi: si dovrà sposare veramente o è tutta una storia montata ad arte? La Polizia postale ha indagato sulle identità dei soggetti presi in esame. Mark ormai è stato etichettato come “sposo fantasma”, ma è secondo i pettegolezzi anche i bambini non sarebbero del tutto reali.
La scorsa settimana a Live – Non è la d’Urso, Barbara ha rivelato di aver ricevuto video da parte di Sebastian Caltagirone in cui le faceva l’in bocca al lupo per l’imminente debutto del Grande Fratello. Quindi per Barbara quel bambino esiste veramente.
Prati e il post su Twitter
Alessia Bausone – una delle molte che ha accusato la Prati di essersi inventata tutto – ha rivelato che quel bambino molto probabilmente è il nipote di una delle due manager della showgirl.
Anche la sorella di Sebastian, Rebecca, è avvolta dal mistero: le foto usate per testimoniarne l’esistenza, secondo la Polizia postale, sarebbero state rubate da un profilo Facebook di un avvocato di Cagliari, che ha denunciato il fatto. Ecco la nota che rivela l’accaduto:
“Pare inoltre che, nel corso delle ricerche effettuate dalla polizia postale dopo una serie di denunce, sia emerso che le immagini presenti, e poi rimosse, sul profilo Facebook di Rebecca Caltagirone appartengano in realtà a una bambina di 6 anni, figlia di un avvocato di Cagliari.
Poi si legge ancora:
Tali foto sarebbero state rubate e poi utilizzate per accreditare l’esistenza della seconda figlia affidata al sedicente Mark”.
Il mistero sul matrimonio dell’ex del Bagaglino si infittisce ancora di più. Perché mai inventare tutta questa storia e coinvolgere bambini? Non vogliamo pensare che dietro tutto ci siano solo questioni economiche.
