Dopo sei settimane dal disastro Ethiopian Airlines, i familiari italiani fanno una scoperta agghiacciante sul luogo dello schianto: resti ed effetti personali abbandonati
Rabbia e denuncia da parte dei familiari italiani che non riescono ad avere indietro i corpi dei propri cari, con una scoperta agghiacciante sul luogo dell’incidente.
La denuncia delle famiglie italiane
I familiari italiani dopo sei settimane dallo schianto, non hanno ancora ricevuto i resti e gli effetti personali dei loro cari. Come si evince da Repubblica, una familiare è andata direttamente sul luogo dello schianto e quello che ha scoperto è agghiacciante.
157 persone sono morte in quel tragico incidente, dovuto per un problema tecnico del Boeing 737 Max, distruggendo la vita a tantissime famiglie ancora in attesa di poter dare un ultimo saluto ai propri cari.
Una dei familiari, non ricevendo alcuna risposta alle sue richieste – mail e telefonate, si è recata direttamente sul posto per verificare di persona cosa stesse succedendo.
Resti ed effetti personali abbandonati
Una catena di incurie ed errori che inizia con il suo viaggio verso il luogo dello schianto il 5 aprile. In data 7 quello che appare davanti ai suoi occhi è una scena mai vista prima: il sito dello schianto completamente aperto e accessibile da chiunque.
Una scena del crimine, come si evince dalla sua dichiarazione, che si è invece trasformato in un luogo dove curiosare e rubare gli effetti personali delle persone che non ci sono più:
“ho trovato agende, biglietti da visita e altro con nomi e cognomi in bella vista”
Ma tra i tanti oggetti la sua attenzione è andata subito su quelle che sembravano delle ossa umane, consegnate ai guardiani che le hanno frettolosamente poste in un sacchetto di plastica trovato per terra:
“resti e oggetti dei nostri cari non sono in cima alle loro priorità”
Tutto questo porta B.F. a credere che i resti delle vittime italiane – e non solo – morti durante lo schianto rimarranno incustoditi e trascurati in Africa, senza fare mai più ritorno a casa.