La sparatoria a San Diego avrebbe dovuto somigliare a quella della Nuova Zelanda. Ecco cosa è successo
Paura per la sparatoria a San Diego quando un killer a deciso di entrare in sinagoga per seminare il panico, tra morti e feriti. Ma cosa stava per succedere?
La tentata strage nella sinagoga di San Diego
A seguito della strage della Nuova Zelanda e quella di Pittsburgh, ora è il momento di San Diego esattamente a Powey.
Un uomo è entrato in sinagoga alle ore 11 (ore 20 qui in Italia) per commettere una vera e propria stage, durante la celebrazione della Pasqua ebraica. Il primo bilancio è di un morto e tre feriti con una raffica di circa 12 colpi di arma da fuoco – che si sono susseguiti ma con una pausa forse per ricaricare il suo fucile d’assalto.
Arma simile alla Ar, utilizzata – e purtroppo già conosciuta – per le stragi che sono state effettuate all’interno delle scuole americane.
Colpito il rabbino, questa è stata definita come una vera e propria tentata strage e crimine d’odio. La Cnn ha raccolto alcune testimonianze e ha intervistato il Sindaco che si è ritenuto scioccato da tale gesto portato da un odio senza senso.
Il killer della sinagoga di San Diego
Come si evince dall’Ansa poche ore fa è stato fermato un ragazzo di 19 anni, in fuga, che avrebbe aperto il fuoco sui fedeli della sinagoga.
Lo stesso aveva scritto delle lettere dove descriveva il suo grande odio per gli ebrei e altre persone, definendosi un suprematista bianco.
Il killer ha trovato ispirazione da Brenton Tarrant – l’uomo ideatore della strage di Christchurch in Nuova Zelanda all’interno dei centri islamici.
Prima dell’azione, sempre secondo Ansa e Rita Katz responsabile di Site (sito specializzato che monitora social media e siti web), il killer avrebbe postato una lettera per invitare gli altri suprematisti ad organizzare alcuni attacchi.