Omicidio Mastropietro, “I genitali di Pamela asportati per nascondere la violenza”: ergastolo per Oseghale

Orrore dopo orrore, la dinamica della morte di Pamela Mastropietro viene riletta nell’aula del processo a carico di Innocent Oseghale, per cui si chiede l’ergastolo

Pamela Mastropietro Innocent Oseghale
Chiesto l’ergastolo per Innocent Oseghale, imputato del delitto di Pamela Mastropietro

Al processo per l’omicidio di Pamela Mastropietro, la giovane uccisa e fatta a pezzi a Macerata, nel gennaio 2018, emergono tutti gli atroci dettagli della mattanza. La Procura ha chiesto l’ergastolo per l’unico imputato, il nigeriano Innocent Oseghale. I genitali della vittima sarebbero stati asportati nel tentativo di occultare la violenza sessuale.

La Procura di Macerata: “Ergastolo per Oseghale”

Pamela non è morta di overdose, è stata uccisa da Oseghale con due coltellate“. È con questa verità che il sostituto procuratore Stefania Ciccioli, nella requisitoria davanti alla Corte d’Assise di Macerata, ha chiesto l’ergastolo e 18 mesi di isolamento diurno per Innocent Oseghale.

Il nigeriano è unico imputato nel processo per la morte della 18enne, massacrata il 31 gennaio 2018 a Macerata. È accusato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi la ragazza. Secondo l’accusa, i genitali della vittima sarebbero stati asportati con precisione chirurgica, al solo scopo di occultare le tracce dello stupro.

I resti di Pamela furono ritrovati in due trolley nelle campagne di Pollenza. “La morte – ha aggiunto Ciccioli – è avvenuta per le due ferite penetranti alla sede basale emitoracica destra“. Un decesso, quindi, indipendente dall’assunzione di oppiacei (trovati in quantità non sufficienti a determinare un’overdose).

Le due coltellate l’avrebbero raggiunta quando era ancora viva: “Almeno due colpi di arma da punta e taglio“, in cui la “lesività ha svolto un ruolo nel determinismo della morte“.

La vitalità delle ferite dimostra come la vittima sia stata colpita ancora in vita. Secondo l’accusa, si tratta di esiti di laboratorio univoci a livello macroscopico, microscopico e istochimico.

Il cadavere sezionato con precisione

Ci sono poi i risultati degli esami condotti sui tagli. Le due coltellate inferte, come hanno spiegato i consulenti dell’accusa, sono ‘estranee’ alla fase di depezzamento del cadavere di Pamela.

Questo, ha sottolineato il sostituto procuratore Ciccioli, “non è stato tagliato come capitava, ma si è parlato da parte dei medici di una vera e propria disarticolazione cadaverica“.

Un’operazione che Oseghale, secondo l’accusa, avrebbe portato avanti con precisione chirurgica, “con perizia”. Alcune parti sarebbero state”soppresse” per occultare l’orrore, altre accuratamente lavate con candeggina per neutralizzare le tracce dell’assassino e renderle così ‘introvabili’.

Il pm: “Pamela voleva fuggire”

Prima di essere uccisa, Pamela Mastropietro sarebbe stata stuprata. “L’autore di questa violenza è Innocent Oseghale – ha aggiunto il pm –. Pamela si trovava sotto effetto di sostanza stupefacente e non ha mai potuto esprimere un valido consenso a intrattenersi sessualmente con la persona che aveva davanti. È stata uccisa perché ha voluto sottrarsi a tutto quello che stava capitando nell’abitazione di Oseghale“.

La 18enne, dunque, nella ricostruzione fatta dall’accusa voleva fuggire dalle mani del suo aguzzino. Impresa impossibile, visto che “era segregata in quella casa e senza cellulare“.

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