Cesare Battisti ha emesso la sua richiesta, in vita della sua pena facendo emergere un accordo tra Italia e Brasile – di cosa si tratta?
La pena di Cesare Battisti si batte contro un accordo emerso tra Italia e Brasile, per la quale ora i legali chiedono venga applicato quanto spettato.
Il patto Brasile Italia
Il terrorista, come si evince da TgCom24, ha fatto una richiesta tramite i suoi avvocati in merito all’accordo stretto tra Brasile e Italia in merito alla sua estradizione.
In tale patto era stata prevista una pena che non dovesse superare i 30 anni, alla quale scontare i periodi già passati in prigione.
Il Corriere della Sera, evidenzia che questo patto era stato firmato durante il 2017 dal Ministro della Giustizia in carica Andrea Orlando con previsione di una pena massima di 30 anni.
Le richieste di Battisti
Il terrorista ora in Italia si basa su questo documento e chiede ai suoi avvocati, di andare avanti con la richiesta come dovuto.
La difesa avanza quindi una richiesta pari ai 30 anni di reclusione, con uno sconto dei vari periodi già passati in carcere come in Italia – Francia e Brasile – 1979/2006 – con una somma totale di 9 anni e 4 mesi.
Battisti dovrebbe ancora scontare 20 anni e 7 mesi di reclusione, in base al patto e ai conti dei difensori.
Il dubbio su quanto espresso all’interno del documento è in base alla sua validità, in merito all’espulsione oppure estradizione.
I legali evidenziano che in questo caso specifico non si trattò di espulsione e tanto meno di estradizione – dovendosi quindi orientare attraverso il patto siglato dal Ministro Orlando.
Il 17 maggio la Corte d’assise d’appello di Milano si riunirà per discutere della memoria presentata, dando la decisione in merito.