Il comandante della Sea Watch è stato interrogato e le sue ragioni non hanno convinto i magistrati, dopo 6 ore di botta e risposta
Le indagini della nave Sea Watch ripartono con l’interrogatorio del comandante della nave e delle sue ragioni in merito alla rotta verso Lampedusa.
Le indagini sulla Ong Tedesca
Continuano le indagini e gli interrogatori in merito alla nave Ong che ha soccorso 65 migranti, per poi puntare la rotta sulle coste italiane.
La nave, come descriviamo in questo nostro articolo, è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza non prima di effettuare lo sbarco dei migranti a bordo.
Il comandante della nave – Arturo Centore – è stato indagato con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione e interrogato per sei ore dal procuratore aggiunto Salvatore Vella.
L’accusa, come si evince da Repubblica, prevede il titolo classico visto che il comandante nonostante la diffida ha continuato la sua corsa verso le acque territoriali italiane.
Arturo Centore è stato interrogato in presenza dei suoi avvocati – Alessandro Gamberini e Leonardo Marini rispondendo a tutte le domande.
Le indagini sono poste al fine di individuare eventuali trafficanti e scafisti, camuffati in mezzo agli altri migranti.
Le parole del comandante della Ong
Il comandante, una volta uscito dal palazzo di giustizia di Agrigento, ha dichiarato ai giornalisti presenti:
“rifarei tutto quello che ho fatto, per salvare vite umane in mare rifarei tutto”
Evidenziando che nonostante il primo permesso di sbarco, anche gli altri 47 che restavano a bordo l’unica soluzione fosse portar loro a Lampedusa nonostante la diffida e le varie problematiche.