Il caso dell’anziano ucciso a Cagliari apre uno spiraglio con la confessione di un “vicino di casa” aiutato da un complice: ecco cosa è successo dentro quella casa
Adolfo Musini è l’anziano ucciso a Cagliari, trovato a casa sua in una pozza di sangue. Ora è stato fermato un uomo che, insieme al suo complice, ha eseguito un delitto in piena regola.
La morte di Adolfo Musini
Adolfo Musini è stato trovato morto, in una pozza di sangue, in casa sua dopo l’allarme dei vicini che per alcuni giorni non lo avevano visto nel quartiere – come era solito fare.
La serratura chiusa dall’interno e sulla testa dei segni inequivocabili, come se qualcuno avesse voluto fargli del male seguendo la pista di una rapina finita in tragedia.
Una svolta nel caso è arrivata, come si evince da l’Unione Sarda, quando i Carabinieri sono tornarti nel quartiere e hanno bussato alla porta di Eugenio Corona – uomo di 40 anni che è stato accompagnato alla caserma di Nuoro per l’interrogatorio.
Nella giornata di oggi è stata disposta l’autopsia, per accertare la confessione del sospettato e confermare la data dell’omicidio dell’anziano.
La confessione del killer dell’anziano di Cagliari
L’uomo è accusato di omicidio a seguito della sua confessione e indicazione dell’arma del delitto. Avrebbe infatti utilizzato delle forbici da potatura, colpendo la testa di Musini diverse volte sino al decesso dell’uomo.
L’uomo ha anche indicato dove trovare l’arma del delitto, buttata dentro un tombino in zona San Michele. Ma non sarebbe stato solo nel compiere questo gesto atroce, aiutato infatti da un complice che lo ha aiutato nell’eliminare i vestiti che indossava al momento del delitto.
La posizione del complice è al vaglio degli inquirenti ed è in questura per l’interrogatorio – la cui identità non è stata per ora divulgata.
I Ris continuano le loro indagini in casa, per scoprire alcuni elementi che possano aggiungere tasselli al caso.