Trovati due morti nella stessa auto, la procura indaga ricostruendo passo per passo le mosse della donna 46enne e tra la cerchia delle sue conoscenze…
Sono morti insieme, divorati dalle lingue baluginanti di quel fuoco che li ha certamente portati in un posto migliore. Dei loro corpi è rimasto davvero poco e stessa sorte è toccata all’auto sulla quale viaggiavano: una Ford Fiesta.
Tetra scoperta ieri mattina in via di San Pancrazio a Torvaianica, quando i vigili del fuoco avvertiti da alcuni residenti lì attorno che avevano percepito un terribile boato simile a un’esplosione hanno iniziato a spegnere una vettura che bruciava in modo irreparabile.
Nessuno mai l’avrebbe potuto prevederlo, ma dal fumo sono affiorati i resti di due corpi umani. Erano seduti lontani: il primo sui sedili anteriori, l’altro accovacciato dietro. Tutti e due totalmente carbonizzati senza più volti né tratti somatici, divorati dal fuoco.
Con tutta probabilità sarebbero quelli di Maria Corazza e di Domenico Raco, 39enne. Lei 48enne, residente a Pomezia, impiegata nelle pulizie in un deposito dell‘Eni, nella frazione di Santa Palomba, lui elettricista di origini calabresi ma residente da anni a Torvaianica. Amici di famiglia da parecchio tempo, dei due nessuno tra parenti e amici ha ricevuto più notizie dalle 8.30 di ieri mattina.
La donna era andata via di casa con il fidanzato e la figlia per accompagnare quest’ultima a sostenere gli esami di terza media. L’uomo ha aperto il collegamento web con la chat del gruppo comune di amici, di cui fanno parte anche le sorelle della Corazza, alle 8.28 per poi svanire nel nulla.
Che i due si fossero dati un appuntamento? Che invece si fossero incontrati in modo casuale e siano stati aggrediti? Che ci fosse una rapporto emotivamente taciuto?
Le prime ipotesi
I carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati, coordinati dalla Procura di Velletri, non escludono a priori alcuna ipotesi. Anche se gli inquirenti hanno quasi immediatamente ristretto il cerchio su due piste: il delitto passionale o l’omicidio-suicidio.
Il fidanzato della donna, Maurizio Di Natale, dipendente di una ditta che tratta vernici per le carrozzerie, è stato ascoltato ieri per quasi 12 ore nella stazione dei carabinieri di Torvaianica dal pubblico ministero Giuseppe Travaglini. Era con la donna prima che scomparisse nel nulla e in giornata gli inquirenti hanno tentato di ricostruire ogni suo passo raccogliendo le informazione anche di amici, parenti e colleghi di lavoro.
Tra le teorie tutt’ora al vaglio c’è quella dell’omicidio passionale scaturito forse dalla gelosia o dalla vendetta.Le indagini si infittiscono di ora in ora, non escludendo alcuna pista: sia quella del suicidio-omicidio che quella del duplice omicidio, molto probabilmente per motivi passionali.
Interrogato e poi rilasciato senza sospetti il compagno della vittima
Sotto interrogatorio, per quasi 12 ore, è finito il compagno della vittima, Maurizio D.N., che ha detto di aver accompagnato Maria Corazza e la loro figlia a scuola, per gli esami di terza media, e poi non aver più visto la donna.
Agli inquirenti l’uomo ha sottolineato di aver incontrato quella mattina tre persone tra clienti e colleghi, presso una ditta di Pomezia: l’alibi è stato confermato ai carabinieri dai tre e ora il 55enne, incensurato, è a piede libero.
Rappresentante di vernici per una società che ha sede a Bergamo, Maurizio D.N. si stava spostando verso Frosinone per un altro appuntamento di lavoro quando è stato avvisato in caserma dopo il ritrovamento dell’auto carbonizzata.
La madre della donna ha raccontato di aver prestato la sua auto alla figlia la sera precedente e di non averla più sentita da allora. Si scava nella vita della coppia e tra la cerchia di conoscenze della 46enne scomparsa.