Gli esami dell’autopsia sul bimbo ucciso a Milano rivelano la brutalità dell’omicidio e l’incongruenza della testimonianza. Ora anche la mamma è al vaglio degli inquirenti
Il bimbo ucciso a Milano è ancora un caso di cronaca che fa male raccontare, soprattutto dopo la divulgazione dei primi risultati dell’autopsia e dell’incongruenza con la testimonianza del padre.
La madre di Mehmed al vaglio degli inquirenti
Mehmed è stato ucciso dal padre, l’uomo di 25 anni di origini croate che lo prese a botte per i suoi continui lamenti – dovuti ai piedini precedentemente bruciati dallo stesso.
Una esecuzione in piena regola, con omissione di soccorso lasciandolo agonizzante sino a quando non è deceduto vista la sua chiamata al 118 quando era troppo tardi.
Ora le indagini si sono fatte molto più serrate, anche per valutare la posizione della madre in tutto questo contesto. La donna, in attesa di un altro bambino, si trova presso una struttura protetta ma gli inquirenti vogliono vederci chiaro.
Intanto pochi giorni fa si sono svolti i funerali del piccolo in Croazia dove vive uno dei figli della coppia.
Gli esami dell’autopsia del piccolo Mehmed
Gli avvocati difensori dell’uomo hanno richiesto una perizia psichiatrica, ora in cella a San Vittore da più di un mese.
I primi esami emersi dopo l’autopsia rivelano che il bimbo è deceduto a seguito di un violento trauma cranico provocato da una forte botte alla testa.
Questo risultato non combacerebbe con la testimonianza del padre, che ha evidenziato di averlo colpito con un calcio in pieno petto. Per chiarire tutta la dinamica del tragico delitto, sarà necessario attendere la relazione completa del medico legale a fine luglio.