Silvia Romano è stata rapita e non si hanno più tracce, ma ora spuntano delle conversazioni tra i tanti messaggi cancellati e una delle schede scomparse nel nulla
Un vero e proprio mistero quanto accaduto a Silvia Romano, anche se alcune conversazioni chat recuperate sono alquanto terribili. Di cosa stiamo parlando?
L’ipotesi per il rapimento della volontaria italiana
Il Fatto Quotidiano ha condotto una inchiesta, in merito al rapimento della ragazza, come abbiamo spiegato in questo nostro articolo, che scuote gli utenti e rende lo scenario ancora più grave.
Al vaglio degli inquirenti, spunta l’ipotesi della donna che potrebbe essere stata rapita a seguito di una denuncia per maltrattamenti e abusi, facendo scattare una vendetta.
Pochi giorni prima di sparire nel nulla, Silvia si è recata alla stazione di polizia insieme a due amici – per denunciare il pastore anglicano del Centro che dava a due bambine nello specifico delle attenzioni particolari.
Le chat emerse tra i messaggi vocali cancellati
Ma non c’è solo questo, proprio perché il mistero si espande anche sulle schede del cellulare: il 6 aprile è stato acceso connesso alla compagnia Safaricom, per entrare nella chat di gruppo dei volontari del centro e abbandonarlo senza dire una parola.
Un numero ora irraggiungibile con telefono spento, sparito anch’esso nel nulla. Chi ha manovrato il cellulare dopo di lei?
Questo ha fatto in modo di cancellare i tanti messaggi vocali inviati alle sue due amiche: ma l’inchiesta va avanti mettendo luce anche su alcuni dettagli mai presi in carico dalla Polizia.
Sono rimasti invece indelebili quelli dove parla dell’uomo dove è andata a lavorare, criticando il suo modus operandi e lo spreco di denaro “rovinando questi bambini”.
Il tenore di vita adottato da tutti loro era altamente differente dal normale, tanto da preoccuparla in maniera allarmante.
E’ bene evidenziare inoltre che in Kenya il telefono cellulare viene utilizzato anche come bancomat, per questo motivo lei con quello strumento mandava avanti tutte le spese che faceva durante la sua permanenza all’interno del centro.