A Notre Dame ci sono stati trenta minuti di errori fatali. Colpa dell’addetto della sicurezza: ma come è possibile tutto questo?
Notre Dame, il simbolo di Parigi semi distrutto dal fuoco ha avuto 30 minuti di errori. Ma cosa significa?
La ricostruzione del New York Times sull’incendio a Parigi
Il New York Times ricostruisce i 30 minuti infernali che hanno portato alla perdita e al danneggiamento definitivo della cattedrale simbolo di Parigi.
Lo riporta il Corriere della Sera, raccontando ciò che il quotidiano americano riporta andando indietro nel tempo al 15 aprile 2019 – ovvero la notte dell’incendio più devastante degli ultimi tempi.
Secondo la ricostruzione un addetto della sicurezza ha avuto 30 minuti di errori, tradotti in un completo disastro nello svolgimento delle mansioni. Per capire meglio è bene sapere che il sistema anti incendio è stato installato e studiato da professionisti del settore, sei anni fa.
Alle ore 18 e 18 si è attivato ma l’addetto non ha letto la dicitura fuoco bensì una indicazione composta da numeri e lettere (associazione ad uno dei 160 rilevatori di fumo disseminati) con successivo segnale di attuazione del meccanismo di aspirazione.
L’addetto alla sicurezza della Cattedrale non era stato formato?
L’addetto alla sicurezza, sempre come riporta il quotidiano di New York, era stato assunto da soli tre giorni e forse non era stato formato nella maniera adeguata.
Si racconta infatti che l’addetto, dopo quattro minuti dall’allarme abbia telefonato alla guardia presente chiedendo di andare a controllare in sagrestia. Invece di avvertire nell’immediato i Vigili del Fuoco, dopo 10 minuti ha contattato il suo capo ma senza successo.
Passano altri 25 minuti il capo ha richiamato capendo che l’incendio non fosse presente in sagrestia ma altro luogo: 300 scalini a piedi e l’amara scoperta delle fiamme che stavano bruciando le travi in legno da mezz’ora. Per questo motivo i Vigili del Fuoco si sono trovati una situazione di estremo svantaggio e difficoltà.