Sembra uno scherzo ma invece è proprio così. I rapporti stilati dalla Fao ci danno dei dati allarmanti: l’allevamento intensivo e di conseguenza le mucche sono una delle principali cause di inquinamento.
Un rapporto stilato dalla Fao (l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) sostiene con la certezza dei numeri che, ancora più delle automobili, inquina allevare le mucche: il settore dell’allevamento intensivo di bestiame origina più gas serra rispetto al sistema dei trasporti, collocandosi tra i principali responsabili del cambiamento climatico.
Quanto inquina l’allevamento intensivo?
Stando al parere di Henning Steinfeld, funzionario della Fao:
«l’allevamento costituisce un grande problema ambientale a cui va posto urgente rimedio».
Il settore dell’allevamento intensivo dei bovini, che si occupa della sussistenza di un miliardo e 300 milioni di persone e prende il 40% dell’intera produzione agricola, è in costante aumento: entro il 2050 gli attuali 229 milioni di tonnellate di carne all’anno diventeranno 465 e i 580 milioni di tonnellate di latte cresceranno a 1043 milioni.
Più mucche, più Co2
Questa crescita comporterà un salatissimo costo ambientale in fatto di emissioni di Co2, di metano originato dal sistema digestivo degli animali e di ammoniaca, responsabile in seguito dell’acidificazione delle piogge.
Soluzioni? La Fao ce ne dà qualcuna: un più rigido controllo dei pascoli, per far sì che non degradino le aree verdi per eccesso di sfruttamento; una più controllata dieta degli animali, con lo scopo di ridurre la fermentazione enterica e quindi le emissioni di metano e così via.
In Italia?
«Rispettiamo la direttiva europea sui nitrati e incentiviamo la produzione di elettricità da biogas, ma il problema è serio e si dovrebbe fare di più, non tanto per gli allevamenti nuovi, che devono rispondere all’obbligo di contenere le emissioni al suolo e nell’atmosfera, quanto per quelli vecchi. Ma con costi che gli agricoltori, senza incentivi, non possono sostenere ».
Afferma Domenico Gaudioso, responsabile del settore clima dell’Ispra.