E’ iniziato ufficialmente il processo per gli indiziati del rapimento di Silvia Romano e qualcosa ha già scosso l’opinione pubblica. Cosa è successo?
Il rapimento di Silvia Romano è ancora un grande mistero, così come il processo iniziato oggi con un colpo di scena inaspettato.
Il rapimento della volontaria in Kenya
Sono passati sette mesi dal rapimento della coperante in Kenya e ora le domande sembrano accumularsi senza una risposta. Quello che è emerso in tutto questo periodo sono indizi particolari, che portano ad una presunta denuncia su casi di pedofilia e molestie.
Un’inchiesta approfondita da parte de Il Fatto Quotidiano, che ha portato alla luce dei tasselli che danno una presunta spiegazione alla sua sparizione. Davide Ciarrapica è un nome balzato su più inchieste ed è l’uomo conosciuto ad una festa di beneficienza il 22 luglio.
Silvia voleva essere solo utile alla comunità ma qualcosa deve essere andato storto, tanto da mandare alcuni messaggi alle amiche – successivamente cancellati da qualcuno, dopo il rapimento della giovane.
Il processo agli indiziati per il rapimento
A Malindi è inziato il processo proprio per il rapimento della coperante italiana ed un colpo di scena ha sconvolto tutti. Uno degli indiziati – Moses Luari Chende è libero grazie al pagamento di una cauzione pari a 25mila euro.
Un fatto molto particolare, considerando che il salario minimo di quelle zone è di mille euro all’anno. Non solo, infatti Moses si è presentato con un legale non d’ufficio – quindi dalla parcella molto cara: tutte cose che fanno pensare che dietro al rapimento ci sia qualcuno di molto ricco – che sta pagando anche le spese processuali.
L’udienza si è svolta accompagnata anche da mille difficoltà, anche per l’enorme problema della traduzione delle conversazioni in swahili.
Il Fatto Quotidiano ha evidenziato che, Moses Chende e Abdulla Gababa Wari erano presenti, mentre il terzo inquisito – Ibrahim Omar – sarà giudicato a partire dal 19 agosto.
All’interno dell’Aula non era presente alcun diplomatico italiano o Carbiniere del Ros, esattamente come nessuno dei servizi segreti.