Il nuovo attacco del vescovo di Cracovia alla comunità Lgbt: in Polonia cresce il clima di odio verso il movimento arcobaleno
In Polonia il movimento Lgbt continua ad essere bersagliato da più fronti. L’ultimo attacco è quello giunto dall’arcivescovo di Cracovia, Marek Jedraszewski, nel corso di un suo recente discorso in occasione dell’anniversario dell’insurrezione partigiana di Varsavia contro i nazisti e che portò alla distruzione della capitale polacca.
Vescovo di Cracovia contro comunità Lgbt
L’attacco sferrato dal rappresentante della chiesa polacca va ad inserirsi in un clima di forte negazione rispetto ai diritti degli omosessuali. Anche per questo nei mesi di giugno e luglio scorsi, in circa venti città polacche si sono svolte manifestazioni contro le intimidazioni che da tempo bersagliano la comunità Lgbt.
“Non esiste più un’epidemia e piaga rossa ma ne sta nascendo una nuova, quella creata dalla cultura degli Lgbt e delle bandiera arcobaleno, minaccia per i valori e per la solidità sociale e familiare della nostra nazione”.
Così si è espresso l’arcivescovo di Cracovia nel suo attacco che ha assunto anche una valenza politica. Considerato uno dei maggiori esponenti della conferenza episcopale polacca, Jedraszewski ha spesso paragonato la comunità omosessuale alla “peste nera”.
Lo stesso esponente della chiesa polacca ha poi puntato il dito contro “Chiunque promuova o difenda l’ideologia Lgbt”, accusandolo di negare “la dignità della società della famiglia e di valori e tradizioni della nazione, come in una nuova e ancor più minacciosa sfida bolscevica alla nostra identità”.
Lotta in difesa dei diritti degli omosessuali
La posizione della chiesa rispetto alla tematica Lgbt è la medesima assunta dal partito sovranista PiS, il quale intende impostare tali idee in vista del voto del prossimo ottobre. Ciò ha causato l’intervento di Bartosz Staszewski, tra i leader della società civile Lgbt in Polonia, che ha prontamente denunciato “la vergognosa atmosfera di pogrom che chiesa cattolica e PiS stanno creando nella Polonia”. In una ulteriore dichiarazione ha aggiunto:
“In passato il capro espiatorio di ogni intolleranza erano gli ebrei, ora tocca agli Lgbt, occorre lottare oggi come in passato”.