Ricordiamo tutti il bambino segregato in casa dai genitori e ora la madre confessa il vero motivo del loro terribile gesto
Un bambino segregato in casa ad Olbia mentre i genitori sono andati al ristorante. Ora la madre racconta tutta l’agghiacciante verità ai magistrati.
Bambino di 11 anni segregato in una stanzetta
Solo 11 anni e trova un cellulare molto vecchio in disuso dove poter fare solo chiamate di emergenza. Così quella sera decide di chiamare il 112 e chiedere aiuto per rintracciare la zia: gli operatori cercano di capire cosa stia succedendo, mentre il ragazzino racconta di essere dentro una camera da solo perché i genitori sono andati fuori a cena.
Una volta che gli investigatori arrivano sul posto, liberano il ragazzo da questa stanza angusta al centro di una villa facoltosa – dove non c’era un letto e un secchio fungeva da semplice bagno.
Una soluzione trovata dai genitori in più occasioni, lasciandolo chiuso a chiave sino al loro rientro in modo che lui non potesse muoversi o fiatare con nessuno.
La verità del gesto raccontato dalla madre
Ci troviamo ad Olbia e i genitori del ragazzino hanno parlato per la prima volta con i magistrati, raccontando cosa accadesse all’interno della casa degli orrori – dopo l’arresto per maltrattamenti e sequestro di persona.
La madre, 45 anni, ha raccontato di non riuscire più a gestire la situazione:
“non sapevo come correggere i suoi comportamenti”
Prendendosi le proprie responsabilità e ammettendo che chiuderlo dentro una stanza buia, colpirlo con un tubo dietro le ginocchia e metterlo sotto la doccia gelata fossero solo gesti per una educazione differente:
“non sapevo gestirlo”
Il padre, al contrario, non è mai stato d’accordo con questi metodi – sempre secondo le prime dichiarazioni – ma rimasto nel silenzio proprio perché quel figlio non venisse tolto dagli assistenti sociali.
Ora il Magistrato ha disposto per loro i domiciliari, con una misura cautelare più lieve.