Si tenta di ricostruire la strage di Dayton e il movente di Connor Betts, che lo scorso 4 agosto ha aperto il fuoco sulla folla in un locale, uccidendo 9 persone
Gli inquirenti fanno il punto sulla tragedia avvenuta a Dayton, dove sono state colpite tantissime persone e ora emergono dei retroscena agghiaccianti sulla strage.
La strage di Dayton
All’01:05 di domenica 4 agosto 2019, a Dayton, in Ohio (USA), Connor Betts, 24 anni, ha aperto il fuoco all’ingresso del Ned Peppers Bar, nel centro storico della città, dopo che gli era stato negato l’ingresso.
Con la sua Anderson Manufacturing AM-15 ha colpito 26 persone, uccidendone 9.
La polizia è intervenuta immediatamente, uccidendo il criminale ed evacuando molti locali notturni nelle vicinanze.
L’azione premeditata di Connor Betts
Il killer di Dayton ha aperto il fuoco sulla folla colpendo 26 persone in 32 secondi; solo la reazione immediata degli agenti ha evitato perdite più ampie.
L’attacco è stato definito dagli inquirenti “ben studiato“, in quanto l’azione di Connor Betts è stata preparata nel tempo.
Il killer, infatti, si è procurato l’arma con l’aiuto di un amico, che è stato arrestato, ma che non sarebbe coinvolto direttamente nel crimine.
Il folle criminale si è recato nel centro storico di Dayton assieme alla sorella e a un amico di lei, dove ha trascorso qualche minuto in un bar.
Dopo essersi separato da loro, è tornato nella sua vettura, con cui avevano raggiunto il centro della città e ha recuperato un borsone con il fucile smontato.
Connor Betts lo ha rimesso insieme in 9 minuti, ha indossato una maschera e un corpetto anti-proiettile di scarsa fattura, che non lo ha protetto in modo sufficiente dal tiro della polizia.
Le scelte compiute dal killer quella notte non lasciano dubbi agli inquirenti: Connor Betts ha agito in maniera premeditata.
La notte della strage ha perso la vita anche la sorella del killer, Megan Betts, 22 anni, ed è rimasto ferito in maniera grave anche l’amico di lei.
Su questo aspetto gli inquirenti non hanno un giudizio uniforme, sono due le ipotesi: o che l’amico e la sorella di Connor Betts siano stati colpiti da quest’ultimo deliberatamente oppure accidentalmente.
Si cerca, inoltre, di ricostruire il movente della strage compiuta dal killer 24enne: secondo la polizia, Connor Betts era ossessionato dalla violenza.
Avrebbe agito, quindi, soltanto per la volontà di uccidere e di creare il numero più alto possibile di vittime.