È stato respinto il ricorso in appello del Cardinale Pell, che – colpevole di pedofilia – rimarrà in carcere per 6 anni
Accusato del reato di pedofilia, il Cardinale Pell dovrà scontare la pena detentiva di 6 anni. Che cosa è successo?
Le accuse di pedofilia contro il Cardinale Pell
Durante il mandato di George Pell come arcivescovo, nell’arcidiocesi di Melbourne, dal 1996 al 2001, sono stati registrati numerosi casi di pedofilia. A tal proposito, nel 2010, l’ormai Cardinale Pell si è trovato al centro di un’indagine della Commissione nazionale d’inchiesta australiana.
Secondo l’accusa, Pell avrebbe insabbiato i casi da parte dei religiosi cattolici della sua arcidiocesi e messo in atto uno schema di risarcimenti per le vittime.
Avrebbe inoltre compiuto gravi reati sessuali sui minori, di cui due all’epoca di 13 anni, tra cui uno stupro.
Pell si è difeso negando ogni addebito nei suoi confronti e in quelli dell’arcidiocesi, ma è stato condannato a una pena detentiva di 6 anni.
Il Cardinale, che si dichiara ancora innocente, aveva annunciato il ricorso in appello.
Respinto il ricorso in appello del Cardinale Pell
Dopo l’ultima sentenza dello scorso dicembre, è stato respinto il ricorso in appello del Cardinale Pell. L’ex tesoriere del Vaticano sta scontando, già dal marzo 2019, la condanna a 6 anni di detenzione.
Dovrà trascorrere almeno 3 anni e 8 mesi dietro le sbarre, dopo di che potrà chiedere un’eventuale libertà condizionale.
Il Cardinale Pell ha commentato la scelta dei giudici tramite il suo portavoce:
“Il cardinale Pell è ovviamente deluso per la decisione di oggi. Continua a dichiararsi innocente, e ringrazia i suoi numerosi sostenitori”.
Anche la Santa Sede ha commentato la sentenza, ribadendo il rispetto nei confronti delle autorità giudiziarie australiane, che hanno respinto l’appello del Cardinale George Pell.
Tramite il portavoce Matteo Bruni, il Vaticano ha infine confermato la propria vicinanza alle vittime di abusi sessuali.