Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Danilo Toninelli ha bocciato il progetto della Gronda di Genova. Vediamo il motivo
Si è concluso con la bocciatura del progetto, il dibattito sulla Gronda di Genova che aveva creato tensioni tra la Lega e il Movimento 5 Stelle.
Lo scontro tra Lega e M5S sulla Gronda di Genova
Dopo il crollo del Ponte Morandi, si era aperto un lungo dibattito al centro del quale vi era la realizzazione della Gronda a Genova. Il progetto ha generato un acceso scontro politico tra la Lega, che si è sempre detta favorevole, e il Movimento 5 Stelle, contrario.
In occasione delle commemorazioni per il primo anniversario della strage del 14 agosto 2018, il Presidente dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini aveva continuato a ribadire che la Gronda si sarebbe fatta, lasciando intendere lo sblocco della situazione.
Toninelli boccia il progetto della Gronda di Genova
Oggi arriva la notizia della bocciatura del progetto della Gronda di Genova ad opera del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Danilo Toninelli.
Il no del Mit è la conseguenza di un’attenta analisi dei costi e dei benefici e quella giuridica relativa all’opera. L’analisi ha suggerito
“di perseguire opzioni infrastrutturali più efficienti in termini trasportistici, ambientali e finanziari“
Lo studio condotto sulla realizzazione della Gronda di Genova si è concentrato sia sul progetto originario, che sulle possibili soluzioni alternative. La Gronda avrebbe avuto un costo complessivo di 4,7 miliardi, diluiti nei 120 mesi, cioè circa 10 anni, di realizzazione.
Inoltre, l’analisi ha calcolato il prezzo dello scioglimento, relativo alle problematiche legate agli obblighi di contratto, in almeno un miliardo: la realizzazione della Gronda, infatti, rientra nella concessione di Autostrade per l’Italia. La cifra, calcolando il netto del mancato guadagno indennizzabile nel 10% dell’utile ritraibile, ammonta a circa 1 miliardo di euro.