Depressione e disturbi depressivi, controllano e ammaestrano la mente delle donne, di cosa stiamo parlando?
La depressione è una malattia del tono dell’umore, cioè di quella funzione psichica che accompagna l’adattamento al nostro mondo interno, psicologico ed esterno.
Depressione e donne apparentemente il connubio perfetto
Depressione e donne non solo è una coppia ampiamente riconosciuta oltre che documentata ma quest’ultime vengono sempre più investite da ciò che viene comunemente chiamato il male del secolo.
La depressione è un processo multifattoriale e complesso le cui probabilità di sviluppo dipendono da un ampio gruppo di fattori di rischio.
L’eziologia del disturbo evidenzia le differenze di genere ed aiuta a comprendere i meccanismi esplicativi dello stesso.
Di fatto la depressione non dipenda da un’unica causa si tratta di un disturbo dove aspetti genetici, biologici e psicosociali interagiscono tra loro.
La percentuale di persone che soffrono di depressione sembra aumentare costantemente nel tempo.
La ricerca scientifica afferma che l’incidenza della depressione endogena sia negli uomini che nelle donne è quasi la stessa.
Tuttavia, il numero si raddoppia con la depressione esogena nella quale l’influenza ambientale è determinante a sfavore delle donne.
Inoltre la diffusione dei disturbi depressivi è più alta nelle donne rispetto agli uomini, sia durante l’adolescenza sia in età adulta.
L’educazione tradizionale che attribuisce alle donne il ruolo di caregiver familiare sembra essere strettamente relazionata allo sviluppo di tale sintomatologia.
Spesso le donne si dimenticano di se stesse per prendersi cura dei figli e degli altri, anteponendo prima di tutto la famiglia e la casa.
Le donne che si sentono intrappolate nella cura della prole e nel ruolo di casalinga, presentono un forte stress emotivo e un tono dell’umore raso al suolo.
Sono quest’ultime per dirla alla Dorthy Rowe che urlano:
“La depressione è una prigione in cui tu sei il prigioniero e il crudele carceriere”
Le donne sono più predisposte all’emozioni negative e ai sensi di colpa, ciò le induce a sperimentare con frequenza tristezza e sconforto.
Così hanno più difficoltà ad elaborare la rabbia e a comportarsi in modo assertivo e a tutelare i propri bisogni di auto-realizzazione.
I fattori di rischio che facilitano l’insorgenza del disturbo
La depressione è un disturbo dell’umore che colpisce oltre 350 milioni di persone nel mondo senza distinzione di sesso, età e stato sociale.
Il contesto sociale può rappresentare un alto fattore di rischio per la depressione femminile.
Infatti alcuni studi hanno mostrano che essere donna è il secondo fattore di rischio, dopo quello legato alla storia familiare.
Condizioni sfavorevoli come povertà, disoccupazione e scarsa istruzione sono alti fattori di rischio dei disturbi depressivi.
Chi soffre di questa patologia prova una perdita di interesse nelle normali attività quotidiane che stimolavano il piacere e difficoltà persistente nello svolgimento delle più semplici azioni.
Per almeno due settimane il tono dell’umore si presenta basso e denota che stiamo viviamo situazioni sgradevoli con conseguenze negative sulle relazioni interpersonali.
La depressione può essere prevenuta e curata, inoltre un’adeguata conoscenza del disturbo può contribuire a ridurre lo stigma associato e motivare le persone a chiedere aiuto.
Chi ne soffre si percepisce inadeguato e senza valore, considera l’ambiente circostante ostile e il futuro gli appare incerto e pieno di difficoltà.
La sintomatologia che si manifesta con maggiore frequenza oscilla tra la perdita di energia e dell’appetito fino all’insonnia o ipersonnia il tutto accompagnato da un stato d’ansia e una ridotta concentrazione.
Le persone depresse sono logorate dall’indecisione e irrequietezza si sentono costantemente inutili e continuamente in colpa.
Il loro pensieri spaziano dalla disperazione all’autolesionismo fino ad arrivare al suicidio.
Le idee di morte sono intrinseche alla patologia depressiva e sono sostenute dalla convinzione che non vi sia altra via d’uscita dalla condizione di sofferenza e che l’unico modo per alleviare il dolore emotivo sia quello di suicidarsi.
Per descriverla alla maniera dello scrittore tedesco Johann Wolfgang Goethe:
“Le mie forze creative sono state ridotte ad un’irrequieta indolenza. Non ho fantasia, nessun sentimento per la natura, e leggere mi è diventato ripugnante. Quando siamo derubati di noi stessi, siamo derubati di tutto!