Gesti affettuosi, portano con se un messaggio molto importante, scopriamo la loro importanza
L’importanza dei gesti affettuosi è provata dalla scienza. Baci, abbracci e carezze rispondono a un bisogno innato di sentirsi riconosciuti, apprezzati e protetti.
I gesti affettuosi rappresentano l’emblema dell’amore
I gesti affettuosi generano sorrisi e complicità, non sono solo gesti fisici ma dimostrano umanità, purezza e contatto.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato quanto siano importanti tali gesti per l’essere umano.
Inoltre è stato provato che il bisogno emotivo di contatto è una necessità fondamentale per la nostra esistenza.
Alla base di ogni gesto c’è una forte complicità oltre alla stima e al rispetto.
Essi sono il risultato di momenti indescrivibili, magici e ricchi di tenerezza, che si contagiano attraverso la sensibilità e le emozioni.
Il contatto emotivo ci aiuta ad amare noi stessi e gli altri. L’amore si propaga e si diffonde, soprattutto quando gli altri ci dimostrano di amarci, captiamo un messaggio meraviglioso, che meritiamo di essere amati.
Il cervello ha bisogno di coccole e contatto, lo prova la concentrazione di alcuni ormoni ipofisari.
Basti pensare che le affettuosità innalzano il livello di ossitocina, l’ormone del benessere che riduce ansia e paura e dona sensazione di calma.
Durante gli scambi affettivi, l’orgasmo e quando siamo accarezzati l’ormone del benessere aumenta in maniera vertiginosa.
Per descriverla alla maniera del grande poeta francese Jacques Prévert:
“Passano gli anni e continuo a non avere sufficiente tempo per descrivere quell’impercettibile istante eterno in cui tu mi avvolgi con le tue braccia ed io ti avvolgo con le mie”
Secondo studi recentissimi l’assenza di gesti affettuosi provoca insicurezze, ansia e disturbi dello sviluppo nelle vari fasi evolutive.
Le coccole possiedono straordinari poteri rigeneranti, in modo particolare dopo situazioni negative come paura, stress e ansia.
Sapere che qualcuno ci ama, ci aiuta a vivere meglio e più a lungo
Le ricerche scientifiche hanno rilevato come vicinanza e contatto siano vitali tanto per il neonato quanto per l’adulto e determinanti per il benessere in tutte le età.
Sono diversi i motivi per cui le affettuosità fisiche come tenerezze e coccole rispondono all’istinto di sopravvivenza e incrementano il benessere psico-fico e migliorano le relazioni e le comunicazioni.
Da sempre le piccole dimostrazione di affetto sono determinanti per riempire il cuore di gioia, sapere di essere importante per qualcuno ci permette di andare avanti anche quando attraversiamo un brutto momento.
Manifestare il proprio affetto con i gesti è un modo per consolidare la relazione e favorire l’empatia.
Sapere che occupiamo la mente di qualcuno è confortante dal punto di vista sociale, emotivo e cognitivo.
Il beneficio della vicinanza e del contatto non è solo psicologico ma si riflette in generale sulla salute.
Due persone unite in un abbraccio hanno una sorta di sincronizzazione cerebrale sull’elettroencefalogramma, con effetti positivi sul benessere psicofisico.
Possiamo concludere dicendo che il calore fa il giro del mondo alla ricerca di qualcuno che lo accompagni durante tutta la vita.
Fin dalla nascita siamo ricercatori attivi di amore, abbracci e baci.
Le coccole ricevute durante la primissima infanzia determinano la stabilità emotiva dell’adulto.
Ma ci sono benefici anche immediati perché è attraverso le carezze e il contatto che i neonati imparano a conoscere il mondo.
Ogni piccolo gesto di affetto racchiude in sé straordinari poteri che trasformano le relazioni in fonti di energia e alimentano la fiducia in se stessi mediante vicinanza e contatto.
L’affetto stravolge i nostri corpi e le nostre menti questo perché in un solo istante trasformiamo il concederci all’altro in un momento di connessione intima e richiamo interiore.
Alcuni studi dimostrano non solo i vantaggi dell’affetto attraverso i gesti si propagano nel tempo, ma anche che la manifestazione di esso attraverso i gesti è associato ad una maggiore soddisfazione della relazione di coppia.